Augusta Control Center 240

Moltisuoni - Augusta Audio Control Center 240 -- 2

 

 Dopo un classico Hi-Fi  nostrano come il Perser SA 2050, ora è il momento di un’ altrettanto valido integrato : L’ Augusta Control Center 240.

La ditta di Calliano (Trento)  ha saputo presentare nella metà degli anni ’70 una  gamma di amplificatori, sintonizzatori, registratori a compact cassette  e sistemi coordinati (Piatto-Radio-Amplificatore) tali da soddisfare il più ampio bacino di clienti possibile ad un prezzo ragionevole .

Quanto descritto nelle prossime righe è “l’entry level” degli amplificatori in listino nel 1977 e possiede i requisiti richiesti ad una apparecchiatura Hi-Fi dell’epoca : Si tenga presente che parliamo di un’apparecchiature economica , che si proponeva come valida alternativa alle “solite” marche note.

 


Caratteristiche:

 

Alimentazione : 220Volt AC 50hz – circa 180 Watt

Ingressi : 3 : Tape – Phono – Tuner

Potenza nominale : 20+20 watt su 8 ohm

Controlli : Bassi , Acuti , Bilanciamento , Volume , Contour (Loudness)

Filtri : 2 : Acuti (20khz)  —  Bassi (15Hz)

Uscite : 1 coppia di diffusori (connettore punto linea) + 1  uscita cuffia

 


Costruzione :

 

L’Augusta Audio Control Center 240 è costruito in lamierino di acciaio da 2mm , risulta solido e piacevolmente robusto. Sul frontale spiccano i controlli sulla base di un profilato plastico al cui interno fa capo un pannello di alluminio serigrafato. L’ insieme conferisce un aspetto gradevole e comunica una buona sensazione  di qualità al tutto. La nota “dolente” sono le manopole e i copri-pulsanti in plastica che stonano un pelo sul complesso.

 

Circuitazione e costruzione :

 

L’apparecchio è costruito con rigore inaspettato e utilizza schede modulari : Buona la componentistica impiegata e ottimo il pochissimo cablaggio volante.

Una volta sfilato il coperchio superiore, si rimane piacevolmente sorpresi da un layout assai di buon grado.

Ogni stadio di segnale fa riferimento (rispettivamente per il canale destro e sinistro) ad un certo numero di schede . La serigrafia suddivisa in blocchi ,aiuta  la ricerca guasti nell’apparecchio.

Questa soluzione permette una facile manutenzione ,semplificando  il lavoro di chi ci deve metter mano . La scheda madre ospitata i condensatori di filtro ,i transistor finali più un certo numero di componenti passivi .

Il trasformatore di alimentazione è dimensionato per le esigenze dell’apparecchio. Schermato da una gabbia in lamierino per non irradiare disturbi , dispone di una protezione tramite interruttore termico che interviene in caso di surriscaldamento!

L’alimentazione dell’apparecchio è duale : Viene raddrizzata, dal ponte (4 A) , al quale fa seguito il banco di filtro costituito da due condensatori da 3300uf Ducati . Le alimentazioni delle schedine prendono tensione da qui mediante partitori resistivi.

La coppia di transistor finali , in simmetria complementare, è saldamente avvitata (previo isolamento) a due distinti dissipatori di calore per canale.

Una coppia di transistor rilevano la deriva termica variando la corrente di riposo dei finali al variare della temperatura .

In prossimità delle alette  ,corrisponde una foratura sul circuito stampato per garantire il moto convettivo e promuovere “l’effetto camino”

Una vista della scheda madre guardata dal lato piste….tanto per farsi un idea della qualità di questo prodotto….pur restando in canoni di economia!

 


Cosa e dove riparare :

 

Comprato guasto per lo sfizio di riportarlo in “vita” aveva un paio di transistor di segnale interrotti sulla scheda driver dello stadio finale .

La probabile causa nella defezione di questi due transistor è il cortocircuito sul condensatore di accoppiamento di quest’ultimi (EKT elettrolitico non polarizzato da 50uF) dovuto presumibilmente alla sua mediocre qualità .

Questo fatto non ha coinvolto fortunatamente i finali!

Il BC 337 è ancora facilmente reperibile , mentre il 2N5857 un pelo meno : Può essere vantaggioso sostituirlo con un più appropriato 2N2905 . Andrà sostituito ovviamente l’elettrolitico non polarizzato: il valore originale è fuori standard (50uF) ma può essere tranquillamente rimpiazzato con un odierno 47uF!

Conviene verificare con un capacimetro anche la “salute” degli altri elettrolitici e nel caso procedere alla sostituzione se i valori fossero fuori tolleranza.

Identico lavoro andrà eseguito sull’altra scheda! Nel resto dell’apparecchio , bisogna disossidare i connettori strip-line delle varie schede: Essi sono spesso causa  di malcontatti  e incertezze varie .

La disossidazione dei  potenziometri , nonchè dei deviatori si deve eseguire solo se notate incertezze o fruscii nel loro utilizzo.

Un fatto curioso : il tempo aveva venato anche l’involucro di molti condensatori al poliestere nonostante funzionassero regolarmente…

Una operazione auspicabile, è sostituire i condensatori di filtro (Ducati ,da 3300uF) dato che normalmente li troverete in deriva, con qualcosa di più dimensionato ….4700 uF visto  20 Watt nominali erogati saranno più che sufficienti!

Il mio esemplare monta due Elna da 8000uF solo perchè li avevo pronti in casa…sono certamente troppo dimensionati per le prestazioni in gioco.

Un lavoro (più di estetica che  di effettivo miglioramento) può essere rivedere il cablaggio sul jack cuffia e sull’interruttore di alimentazione , seguendo magari un criterio più ordinato .

 


Pregi e difetti:

 

Pregi : Costruzione curata,completo di tutti i controlli che servono su un integrato hi-fi e non per ultimo ,accattivante sul lato estetico .Dotato di una ragionevole potenza e di un buon numero di ingressi.

Difetti : Mancanza di un sistema Anti-bump all’accensione , ingressi in standard DIN  a 5 poli e uscite “punto e linea”, manopole frontali di plastica verniciata color alluminio (vedi foto sotto).

 


Conclusioni:

Il suono dell’Augusta Audio Control Center 240 , è tutto sommato equilibrato,con una prominenza ad enfatizzare leggermente la gamma media . Tuttavia a parte questo, il resto è convincente….I comandi di correzione tonalità (Bass-Treble e Contour)  agiscono bene senza essere “debordanti” come in molte realizzazioni dell’ epoca. La sensibilità degli ingressi è piuttosto alta rispetto ai canoni attuali, ma in linea con lo standard DIN .

Può valere la pena possederlo ai giorni odierni: Per chi ama le amplificazioni “nostrane” è sicuramente una tappa anche per comprendere come una volta eravamo “bravi” a costruire oggetti economici con dignità!  I suoi 20w sono grossomodo sufficienti per un uso domestico a volumi sostenuti : Tuttavia in questa circostanza una oculata scelta nei diffusori da abbinargli permetterà i risultati migliori.

 

Alla prossima  …

Andrea “Moltisuoni”

 


NOTA BENE:

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Link per saperne di più sull’argomento:

 

http://www.radiomuseum.org/r/augusta_audio_control_center_240.html

 


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