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W il registratore a cassette !!!!

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W il registratore a cassette!!! Dopo il vinile , oggi sta pian piano riprendendo vita anche il registratore a  cassetta . Follia del momento oppure un ritorno prepotente alla ragione ? Di seguito alcune considerazioni su queste simpatiche macchine analogiche da parte dello scrivente , dirette soprattutto a chi questa epoca per ragioni anagrafiche non l’ha vissuta!

 


Un pò di storia sulle “compact cassette” prima di parlare di registratori a cassetta :

 

Chi è nato negli anni 2000 o poco prima, non ha potuto viversi l’epoca delle “Compact Cassette” , quindi questa breve digressione spero vi verrà comoda.  Si deve partire considerando che negli anni ’50 sino ad una prima parte dei ’60 , l’ascolto e la registrazione su nastro in ambito amatoriale/casalingo avveniva praticamente solo su “gelosini” et similia a bobinette con una banda passante (quando andava bene) di 90-7000hz

Nel 1962 la Philips ,quella del cd,  pensò e brevettò un sistema denominato “a cartuccia di nastro” che permetteva la rapida intercambiabilità della medesima nel lettore garantendo un elevato grado di “portatilità” . Ci arrivò sulla stessa conclusione anche la RCA  circa quattro anni prima (1958) con la “Sound Cartridge” , di dimensioni tutt’altro che portatili , aspetto che frenò da subito la diffusione .

Philips mise quindi a punto un modello denominato appunto : Compact Cassette … e almeno nelle prime intenzioni era un sistema concepito solo per i dittafoni

Molti costruttori tuttavia si resero subito conto delle potenzialità di questo neonato “supporto”. Non ci volle quindi molto perchè spuntassero presto sul mercato fior fior di registratori , che sbarazzarono in un sol  colpo anche le concorrenti ( nate nel 1966 ) cartucce “stereo 8” allora in gran voga specie sulle autovetture ( Su wikipedia nel link a fondo pagina, trovate tutte le info al riguardo di questo poco compreso , quanto valido e sfortunato supporto)

Stessa motivazione di praticità colpì purtroppo anche le interessanti Elcaset , frutto della joint venture di Matsushita / Sony / Teac che vide la luce nel 1976 .

Parenti strette (in termini dimensionali) delle Sound Cartridge di RCA , ma nettamente molto più performanti , conobbero solo un risicato bacino di affezionati nonostante prestazioni comparabili a quelle di un buon open-reel (anche qui su Wikipedia trovate ampie delucidazioni su tale supporto) . Ancora una volta le contenute dimensioni delle compact cassette  risultarono un asso vincente su ogni altro formato.

Fu dunque il boom incontrastato delle cassette , sia vergini , sia già pre-registrate di fabbrica. Ognuno, per la prima volta nella storia,  aveva la possibilità di maneggiarle senza combinare disastri ed erano affidabili (fintanto si faceva manutenzione al lettore) quanto facili da portarsi in giro . Nascevano da qui  , i primi riversamenti da vinile a cassetta e di conseguenza ognuno si poteva comporre la propria cassettina coi brani preferiti … Pensate sempre agli anni in cui si era prima di considerazioni “cattive” dettate dalle odierne comodità di cui disponiamo 😉 . Non per ultimo le cassette erano spesso il pretesto galeotto per far breccia sul “gentil sesso” , specie se con una sdolcinata dedica nella “inlet card” :  il bugiardino dove si scrivevano i titoli delle canzoni sul lato A e B della cassetta 😉 🙂

Agli albori le “CC” avevano al loro interno  nastri semplici : Erano infatti disponibili solo quelle all’ossido di Ferro ( nastro Tipo 1) . Successivamente il favorevole consenso del pubblico portò a nuove formulazioni chimiche per migliorare le performance :Si arrivò ben presto dunque alle cassette al  biossido di Cromo (nastro Tipo 2) , al Ferro / Cromo (nastro Tipo 3 , abbandonato quasi subito ) e al Metal ( nastro Tipo 4) con qualità crescente in termini di prestazione e dinamica . Spuntarono quindi di logica  i ” Tape selector ” sui registratori per una corretta interfaccia nastro-macchina anche se il loro utilizzo non è sempre stato osservato dall’utente finale in maniera scrupolosa…. C’est la vie 🙂

L’evoluzione nei nastri fece parallelamente progettare ai costruttori nuove e performanti macchine in grado di poterli registrare al meglio ( Ma guarda un pò 😉 il solito indotto già visto nel mondo dell’ hi-fi home vs car … ). Nella decade tra gli anni ’70 e gli anni ’80 sono stati concepiti i migliori registratori a tutt’oggi ! Oggetti di costruzione lodevole , capaci di coprire lo spettro acustico tra 20 e 20000hz con margini dinamici superiori ai 60 dB , ampiamente capaci di contenere  un vinile o una fonte teoricamente più raffinata come il  “ciddì”  .

Il rovescio della medaglia in questa tecnologia è dato principalmente dal fruscio : Generato nel 40% dal contatto nastro-testina ,un 30% dal telaietto della cassetta stessa ospitante le bobine e per un buon 10-15 % dalla parte elettronica deputata all’amplificazione . Per questo motivo è d’uopo trovare quasi sempre su molti registratori , alcuni sistemi atti a cercare di ridurre il rumore in maniera più o meno efficiente : Nomi come Dolby , DNR , DBX sono più o meno conosciuti a tutti . Lo vedremo poi dopo 😉

Oggi sulla piazza dell’usato v’è ne sono per tutte le tasche … Esistono ciofeche clamorose come eccellenze . Nella via di mezzo ? Vi sono un numero pressochè indefinito di deck validi : Le variabili di scelta sono legate all’aspetto estetico, alla costruzione , alla marca (!) e alle caratteristiche tecniche che vanno consultate a priori di un futuro acquisto . In linea di principio è un “buon deck” quello che con un nastro metal copre i 30-20000hz senza problemi nella maschera +/- 3dB.

Deve possedere almeno un sistema di riduzione del  rumore (meglio se due) e ampi strumenti per leggere il livello di registrazione (analogici o digitali è indifferente anche se i secondi vantano l’assenza di inerzia risultando più veritieri nell’indicazione ) . Il vano cassette è vantaggioso sia illuminato per vedere a colpo d’occhio il nastro rimanente .Per  il sistema di trasporto si può spaziare da un buon robusto sistema meccanico a tastiera fino a quelli servoassistiti da un microprocessore . Una ricca “Gooogolata” o un giro su Facebook (nei forum dedicati 😉 ) vi aiuterà a capire qualità e pregi prima di procedere all’acquisto di un simpatico registratore.

 


Registratori a cassette … vizi e virtù :

 

Prima di dire tante altre cose, inizio col fare una precisazione: Nell’ipotesi di un potenziale acquisto, girate alla larga dalle doppie piastre e dai registratori con autoreverse (sia esso con testina fissa a 4 tracce  o con testina rotante) . Le prime sono sempre frutto di compromessi anche nei top di gamma ,quindi sono da evitare

Le seconde invece il gran pregio del non girare la cassetta, ma si paga lo scotto non indifferente di una scarsa precisione nella lettura e registrazione del nastro . Situazione che vi condannerà ad ascolti perennemente cupi e privi di grinta  (per errore azimuth … lo leggerete più avanti). In quelli con testine a quattro tracce è invece l’interferenza di “crosstalk” a creare fastidi e echi fantasma tra lato A e lato B.

Sistema a due testine autoreverse rotanti
Sistema autoreverse con testina fissa a 4 tracce

Nel mondo degli “autoreverse” esiste comunque  qualche eccezione alla regola (leggi UDAR di Nakamichi)

Nakamichi RX505 ,uno dei pochi deck autoreverse a rovesciamento di cassetta

Nell’arduo compito della scelta del proprio registratore a cassette vanno  evitate le macchine troppo vecchie , dei primi anni 70 , affette generalmente da un suono chiuso e papabili di un usura che renderebbe necessaria una revisione a fondo delle parti meccaniche.


Caratteristiche tecnico-meccaniche nei registratori a cassette :

 

  • Meccanica di trascinamento del nastro

Le meccaniche nei deck a cassetta si dividono in tre nette categorie : 1) Manuali. 2) Con sistema meccanico di “assistenza” e per ultimo 3) con sistema “logico servoassistito” .

Le prime sono relegate normalmente a deck economici ( o apparecchi portatili / boombox) che badano al sodo . Hanno una tastiera meccanica per comandare le funzioni e normalmente hanno un motore singolo che muove il tutto . Se costruite con i sacri crismi   sono praticamente eterne anche se costringono a qualche manovra scomoda in termini di forza impartita sui tasti .

Le seconde sono simili alle prime ma si sfrutta il -momento torcente- del volano interno per alzare il castelletto delle testine o per azionare i comandi Rew e F.Forward . La tastiera è meccanica ma rinvii e ingranaggi a camme sfruttando l’energia cinetica immagazzinata nel volano del capstan  per azionale le funzioni  con minimo sforzo da parte dell’utente.

Retro di una meccanica “soft touch”

Questa tipologia di meccanica prende il nome di “Soft Touch” ,  e anche in queste si ha un solo motore . Quest’ultimo, è sempre in funzione anche con macchina a riposo (Stop) per poter essere subito pronto ad ogni comando impartito . Potete accorgervi se siete davanti a un registratore con questa meccanica osservando nel vano cassette il capstan, che ad apparecchio acceso sarà sempre in movimento .

Il terzo sistema è invece appannaggio di apparecchi più costosi . E’ normale trovare in queste realizzazioni , 2 o più motori dediti alle varie funzioni della meccanica più un certo numero di sensori e solenoidi . I vari “ordini” (FF-REW-PLAY-REC-PAUSE-STOP) sono impartiti questa volta su una tastiera elettronica gestita da un microprocessore che aziona in sequenza corretta i motori  e gli attuatori nulla meccanica   . La dicitura “Feather Touch – Full logic transport ” individua quei registratori muniti di questo  genere di azionamenti.

Ricordatevi una cosa : La parte costosa è data sempre la meccanica e non l’ elettronica . E’ sempre meglio preferire una macchina manuale ma ben costruita rispetto ad  una “ciofeca” economica con comandi elettronici servo-assistiti. Detto questo, le funzioni automatizzate di norma sono appetibili per precisione di funzionamento se tutto è costruito con senso .

Esempio di eccellente meccanica papst in pressofusione a 3 motori

Vi capiterà infine di trovare alcuni apparecchi che sfruttano un mix dei tre metodi maestri sopra elencati : Sono generalmente meccaniche senza lode ne infamia ma nascono  sempre dal frutto di compromessi che strizzano un occhio all’economia 😉


  • Numero di Testine :

Un registratore a cassette può impiegare un sistema a due o tre testine : Vanno di norma preferiti i registratori a 3 testine per qualità di registrazione (fisicamente una per ogni funzione : Cancellazione , Registrazione e Audizione ) . Ad ogni modo,  molti 2 testine sono assai dignitosi e mantengono  una qualità sonora elevata senza svenarsi economicamente se costruiti coi sacri crismi . Un 3 testine ha dalla sua il vantaggio nella semplicità di  calibrazione del bias possedendo la funzione “monitor” che permette una valutazione in tempo reale della registrazione che si stà effettuando.

Meccanica a tre testine e sistema di trasporto a doppio capstan

Nei due testine preferite sempre apparecchi con teste a profilo iperbolico : Permettono una maggiore pressione del nastro per mm2 guadagnando in rapporto S/N e dinamica.

Meccanica a due testine (lettura e scrittura iperbolica) e capstan singolo

Le testine montano di norma su un supporto chiamato “castelletto o ponte ” che le traghetta su e giù verso il nastro . E’ importante che questo particolare meccanico sia di buona qualità : Preferibilmente di alluminio . Se vedete plastica , sappiate che avrete a che fare con una meccanica economica  . “La” oppure “Le” testine hanno una ben definita quota di parallelismo (azimuth) rispetto al nastro, valore tarato in fabbrica che è indispensabile non mutui nel tempo . Da qui nasce il perchè di scegliere un castelletto fatto bene 😉


  • Capstan e sistema di trasporto :

In ogni registratore a cassetta , la costante velocità del nastro è data dal capstan . Assicuratevi sia sempre alloggiato su bronzine di ottone con supporto in alluminio . Girate alla larga da meccaniche con tale sede in plastica

Ad esso ( insieme alla frizione sulla bobina creditrice e al pinch roller) si deve il corretto contatto testine-nastro e tutto quello che ne consegue in termini di prestazioni soniche .

Data quindi l’importanza di questo dispositivo , diversi costruttori hanno dotato le loro macchine  del doppio capstan , in modo da avere sempre una tensione stabile del supporto magnetico sul ponte delle testine.

Questo metodo è tuttavia da preferire SOLO se la meccanica è stata costruita maniera impeccabile . Basterà infatti un banale disallineamento tra capstan “debitore” e “creditore” o uno sfasamento di rotazione tra i due per aver nastri perennemente cupi e stropicciati . Di conseguenza questo metodo è impensabile trovarlo su macchine economiche ed è normalmente appannaggio di registratori a cassette a 3 testine.


  • Sistema di riduzione del rumore :

Il nastro , muovendosi e nel contatto con la testina , genera fruscio. A questo si deve aggiunge il rumore del “case” che ospita le bobinette di nastro a cui va poi sommato il rumore “elettronico” generato dalla parte amplificatrice del registratore . Esistono per questo motivo, numerosissimi sistemi di riduzione per contrastare tale “piaga” 😀 . Quasi tutti si basano sul processo di codifica e decodifica del segnale ,applicando una compressione nella registrazione e una “decompressione” durante la lettura .Questo porta ad un innalzamento del rapporto S/N …Non ne esiste uno migliore in assoluto , ognuno aveva i suoi “pregi&difetti” . Di seguito uno specchietto dei più noti presenti nei registratori a cassetta (altri metodi saranno volontariamente omessi in quanto non compaiono sulle macchine a nastro per uso “amatoriale”)  :

moltisuoni - dolby b

Sistema Dolby B (1968) : Il più diffuso in assoluto , migliora il rapporto segnale disturbo di quasi 10dB e proviene dal mondo professionale del Dolby A . Richiedeva una perfetta calibrazione di rec level e bias per funzionare decentemente senza “tagli” agli estremi acuti del programma musicale. Esistevano varianti per l’utilizzo con vinili e radio FM  (Dolby FM) . Il gran vantaggio era racchiuso nella caratteristica che un nastro registrato con tale metodo poteva essere riprodotto su apparecchi non dolby , intervenendo solo sui controllo di tono . Dal 1979 in poi sui registratori a cassette verrà solo impresso il logo “dolby NR” , ma è sempre riferito al sistema “B”. Il medesimo era spesso  impiegato in ambito “video” sulla tracce audio stereo delle cassette VHS

Sistema Dolby C (1980): Migliore rispetto al B ,con il quale viaggia sempre in coppia , guadagna altri 6dB in rapporto segnale disturbo (arrivando quindi ad un reale15-17dB S/N)…meno incline alla perfetta taratura della piastra in funzione del nastro tollera la riproduzione su apparecchi non “dolby” senza marcate storpiature del suono.

Sistema Dolby S (1989) : Univa i vantaggi del dolby C e del Dolby SR (utilizzati prevalentemente in ambiti professionali) garantendo una attenuazione del fruscio da  un minimo di 10dB sino a 25dB nelle migliori condizioni . Il vantaggio  era la possibilità di essere decodificato anche da macchine più anzianotte provviste del solo Dolby B traendone comunque beneficio sonico. Ebbe vita assai breve in quanto sviluppato verso la fine del 1989 . L’attenzione era ormai sui cd-player e i registratori incominciavano ad essere visti come sorgenti secondarie.

DBX (1971) : Sistema celebre per l’elevato rapporto S/N (>95dB) , di solito è appannaggio di piastre d’alta gamma quanto di registratori a bobine . Due gli svantaggi principali : Il vincolo di dover essere tarato su ogni sorgente audio per una perfetta funzionalità e il limite posto nei nastri registrati che andavano parimenti riascoltati su apparecchi provvisti di tale riduttore !

Super ANRS (1972) : Proprietario della JVC , ha un margine di riduzione di circa 7/8 dB nella prima versione e circa 13-15 dB nella successiva “Super ANRS” (1977) . Nato principalmente come fermo oppositore al dolby B aveva il vantaggio di essere meno legato alla taratura nastro/macchina rispetto al rivale americano. Per titolo di mera curiosità : Sul finire del 1980 la JVC concederà le royalities alla Dolby mettendo la parola “fine” al suo riduttore di rumore!

DNR (1981) : Marchio registrato dalla National/Panasonic  ma fu in origine Philips a svilupparlo dieci anni prima (Si chiamava allora DNL , acronimo di : Dinamic Noise Limiter). Agisce in sola lettura attenuando l’estremo acuto del programma musicale al di sotto di una certa soglia . Ha il pregio della versatilità e può essere applicato a sorgenti comuni quali vinili o radio senza bisogno di codifica . Curiosità : Era nato agli albori come “riduttore di rumore” per linee telefoniche….

HighCom (circa 1974) : Invenzione costola in parte del  Telefunken Telcom C4 a firma del binomio Telefunken/Nakamichi. Nelle sue varie revisioni è arrivato ad avere un attenuazione sino a 25 dB…Efficiente ed equilibrato non ha conosciuto una diffusione eclatante se non su macchine tedesche e altrettante del celebre casato nipponico . Esistevano varianti per poterlo utilizzare con sorgenti terze quali vinili e trasmissioni FM . Metodo di riduzione molto tecnico e performante .

Super D (1979) : Sviluppato da Sanyo / Fisher permetteva un incremento  S/N di circa 40dB di media con picchi di oltre 90dB…rispetto al DBX era meno invasivo ,rendendolo più gradevole con certi generi musicali quali la “classica”. Andava calibrato sul segnale musicale per un efficace intervento ed era necessaria la riproduzione su apparecchi provvisti di tale riduttore.

ADRES (Circa 1978) : Sistema proprietario della Toshiba , permetteva una riduzione utile del rumore intorno ai 30dB su tutto lo spettro audio. Ha avuto un successo risicato nonostante le ottime prestazioni soniche. Andava (come il DBX ) tarato in funzione della sorgente per un perfetto funzionamento. Riduceva altrettanto bene il rumore dei vinili nelle applicazioni stand-alone ,anche se a dir la verità perlomeno qua in Italia ,dischi codificati in Adres non se ne sono mai visti in giro .

w il registratore a cassette - moltisuoni

Cito poi per ultimo il sistema EX-KO che era prerogativa di alcuni apparecchi ungheresi e di alcune produzioni  autoctone della germania dell’est…. In buona sostanza , clone riconducibile come efficacia ai sistemi Dolby B / ANRS

A tutti i riduttori di rumore c’è sempre affiancato un filtro “MPX” : Questo elimina la portante stereo pilota a 19 Khz quando si registra dalla radio per non “ingannarne” il funzionamento . E’ sempre preferibile sia disinseribile da fronte o retro apparecchio per non strozzare la gamma alta del programma musicale inutilmente quando si registra da fonti diverse dalla radio .


  • Vu-Meter :

Ogni registratore a cassette che si rispetti deve avere a bordo un “modulometro” , ovvero un interfaccia uomo-macchina che permetta di valutare correttamente l’intensità del livello di registrazione per evitare l’inevitabile saturazione del nastro… al secolo ? Il VU-Meter!

Due famiglie prevalentemente: Gli analogici ad ago e i digitali a settori (siano essi lcd o fluorescenti).

Il fascino di un vu-meter ad ago è indiscusso! Tuttavia più grande è , più inerzia accumula restituendo quindi una lettura falsata riguardo l’ampiezza del segnale che state registrando.

I display digitali ( o a led) aggirano il problema dell’inerzia avendo tempi di risposta inferiori ai 0.5mSec , dal canto loro  meno scenici . Qui vi sono principalmente due sottocategorie : A cristalli liquidi e a tubo fluorescente vfd (antenato dell’occhio magico a riscaldamento diretto).

Entrambi sono buoni metodi di lettura, ma i secondi emettendo luce sono di più facile lettura rispetto agli LCD ,quindi da preferire.

 

  • Selettore nastri e Bias:

Quasi tutti i registratori a cassette posseggono sempre un selettore nastro : Scegliete coloro che danno la possibilità di registrare tutti e 4 i tipi di nastro. In macchine pre 1980 non troverete la posizione Metal.

Molti registratori a cassette possiedono il controllo esterno del bias (che permette una escursione del +/- 5 % )  . Questo comando è utile per cercare di ottenere una copia del nastro quanto più vicina all’originale…Particolare da preferire anch’esso nel discorso di un futuro acquisto!

w il registratore a cassette - moltisuoni

Il Dolby HX-Pro infine era un circuito che migliorava la dinamica di registrazione modulando la corrente di bias in funzione del programma musicale .

Non va quindi confuso con i riduttori di cui sopra si parlava perchè non lo è!

 


Manutenzione :

 

  • Pulizia delle testine e organi guida nastro

Le testine vanno  pulite (capstan compresi)  nell’intervallo medio ogni 15/20 ore di ascolto e in generale prima di ogni registrazione . Per espletare queste operazioni si utilizza un buon alcool isopropilico e i comuni cottonfioc , perfetti per questo scopo! Vanno inumiditi e passati sulle parti meccaniche asportando ogni residuo lasciato dal nastro.

Attendete sempre un tempo ragionevole di asciugatura prima di riascoltare nuovamente un nastro  . Scontato ma …. non troppo!  Dimenticate i troppo comodi sistemi a cassetta : Nessuno di essi riesce a restituire i risultati di una buona “pulizia” manuale !!

 

  • Demagnetizzazione del gruppo testine:

Di norma dopo molte registrazioni è possibile un inizio di magnetismo…ciò è normale quanto fastidioso perchè penalizza le alte frequenze.  Smagnetizzarle ogni tot ore di lavoro (80 in genere) è quindi una manutenzione anch’essa contemplata . Esistono anche qui ,comodi accessori “demagnetizzanti” fatti a compact cassette … Evitateli come la peste !

Per procedere bisogna procurarsi un idoneo smagnetizzatore a 220v. A registratore rigorosamente spento si apre il vano cassette (meglio senza sportellino ,opzione consentita dalla maggioranza dei deck)  e fatto questo , avvicinando i suoi “becchi” alle testine lo si accende –senza che essi abbiano mai a toccare nessuna parte o componente del registratore– . Partendo da sinistra con passaggi lenti , a moto rotatorio lo si fa traslare verso destra , “coprendo” la superficie delle testine. La procedura deve durare 10-15 sec e poi ci si allontana(sempre da acceso, mi raccomando) fino ad una distanza raccomandata , circa 60-80cm dal registratore, e lo si spegne . Cosa succede se non fate alla lettera quanto sopra? Magnetizzerete ulteriormente le testine 😉

Nota bene :  Lo smagnetizzatore è che un grosso elettromagnete discretamente potente! Evitate di avvicinarlo ai Vu-meter analogici e in genere ad oggetti sensibili ai campi magnetici .

Il principio di smagnetizzazione si basa sulla coercizione data dal potente campo magnetico generato dall’elettromagnete a cui vengono “immerse” le testine : allontanandolo porterete via il magnetismo residuo in una sorta di ciclo d’isteresi.


Sul finire…..

 

Ometterò volontariamente i costruttori da consigliarvi . Le variabili in gioco sono molte e questo aspetto lo dovrete dunque valutare Voi stessi facendo un minimo di ricerca .

Più avanti,vi spiegherò quali migliorie possono essere messe in atto su un registratore , affinando tarature e componentistica!

 

Un caro saluto a tutti e a presto !!!

 

Andrea

 


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Link per saperne di più sull’argomento:

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Musicassetta

https://it.wikipedia.org/wiki/Registratore_a_nastro

https://it.wikipedia.org/wiki/Stereo8

https://www.facebook.com/groups/musicaanastro

https://www.facebook.com/groups/393797334561691/?modal=false&should_open_composer=false

 


Dedicato a mia mamma Martina.

 

 

 

Williamson AIE 2000

Williamson AIE 2000 - Moltisuoni 59

Chi non ha mai ascoltato musica all’aperto!!! Credo e penso quasi tutti almeno una volta nella vita , e molto probabilmente giusto con un radioregistratore! Dunque quale meglio contesto per presentare questo Williamson AIE2000?  Un boombox sicuramente atipico per tipologia di progetto!

Boombox moltisuoni

 


 Boombox o Ghettoblaster ?

 

Una piena involuzione ( Al pari di quanto accadde nel mondo delle autoradio ) colpì questa frangia merceologica, facendo sì che il semplice radioregistratore mono di bassa qualità , incominciasse ad avere caratteristiche sempre più allineate a quelle di Hi-Fi . Tecnici e ingegneri si impegnarono a migliorarli sino al punto di compromesso tra un portatile e un vero impianto Hi-Fi  . La moda prese campo verso il finire dei ’70 e il massimo splendore lo si  osserva verso la metà degli ’80 supportati dalla Breakdance che si diffuse a livello planetario , diventando lo status symbol di una generazione !

Sony Boombox APM - moltisuoni

Sharp , Hitachi , Sanyo, JVC , Philips , Sony e molte altre ambirono al podio di miglior radioregistratore sul mercato , proponendo soluzioni raffinate e complesse (Il Sony CFS 9000 qua sopra ne è un esempio). Erano proposti con un impegno economico non del tutto trascurabile per l’epoca.

mars jr 600 - moltisuoni

Prerogative dei radioregistratori “big size” doveva essere : Avere altoparlanti a due o più vie di generoso diametro (130 o 160mm) con finali dai 5 Watt a canale in su! Radio a 4 gamme d’onda, controlli di tono e sezione cassette con possibilità di registrazione su nastri Cr02/Metal. Le scale parlanti dovevano essere illuminate e comprensive di Vu-Meter a lancette oppure a led!

nordmende globecorder - moltisuoni

Le dimensioni di tali radioregistratori erano imponenti (Mediamente dai 30 ai 50 cm di larghezza)….Come imponenti erano il numero di batterie torcia “D” necessarie al loro funzionamento lontani dalla rete. Quasi tutti i boombox, lavorano a regime con tensioni comprese tra 9 e 15 volt ; Tale tensione è dovuta alla presenza dei finali audio impiegati di solito nelle autoradio. E’ abbastanza usuale infatti trovare una presa a 12 volt per alimentare il boombox tramite la batteria di una auto.

pioneer boombox- moltisuoni

Dopo quasi 30 anni , il rincalco sulle scene di tali elettroniche è dovuto principalmente ad una cultura Hip-Hop (Prodromo,anche se di genere musicale differente , un famoso video di Madonna del 2005 che la ritraeva assieme ad un famoso “Vela Disco-lite”

madonna-vela discolite-moltisuoni

Considerate  che tutti questi radioregistratori portatili hanno nel 99% dei casi un ingresso AUX che permette la connessione di elettroniche moderne quali Ipod ,telefonini et similia

Sharp GF 777 - Moltisuoni

 


 Il Williamson AIE 2000

 

Williamson AIE 2000 - Moltisuoni 57

Il Williamson AIE 2000 Enviro Stereo, non è noto ai più, principalmente per la marca sconosciuta . Veniva prodotto dalla Emperor inc. di Hong Kong ,ditta che all’epoca commercializzava elettroniche consumer sia col proprio nome sia , sotto diversa marca (Williamson , Aitron etc etc) .

Williamson AIE 2000 - Moltisuoni 56

Spicca tuttavia il fatto impieghi  ben 7 altoparlanti : 2 Full-range frontali da 13cm ; 2 Tweeter da 5cm ; 2 Squawker ellittici laterali da 7x4cm e infine un succulento Woofer da 23x16cm montato sul pannello posteriore.

Williamson AIE 2000 - Moltisuoni 7

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Williamson AIE 2000 - Moltisuoni 3

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Williamson AIE 2000 - Moltisuoni 4

Viene difficile pensare di farceli stare tutti in un unico apparecchio!  Notate inoltre la marca dei medesimi: Hokutone! … Se non vi suonasse famigliare il nome ,tanto vi basti pensare che sono ottimi altoparlanti di fattura al pari di Foster, Diatone, JRC et similia .

Williamson AIE 2000 - Moltisuoni 10

Per pilotare agevolmente sette altoparlanti si è scelto l’uso di tre amplificatori TA7205AP ( Quasi 6 Watt @ 13.2 Volt)

TA7205AP - moltisuoni

Due dedicati all’amplificazione dei canali destro/sinistro ,e uno dedicato solo al Woofer .

Williamson AIE 2000 - Moltisuoni 31

La dotazione del Williamson AIE 2000 viaggia al pari della concorrenza,pertanto troviamo una sezione tuner a 6 gamme d’onda con AFC, cassette con possibilità di utilizzare nastri Ferro/Cromo e vu-meter per monitorare i livelli di segnale + batteria!

Williamson AIE 2000 - Moltisuoni 63

Il controllo di tono mostra una particolarità : Il controllo acuti ha potenziometro doppio e il controllo di Bassi invece no….

Williamson AIE 2000 - Moltisuoni 61

Il motivo è presto svelato : il controllo di tonalità è stato concepito con ragionamenti totalmente differenti dagli schemi tipici e si avvicina al princìpio di un cross-over : Il controllo -acuti-  è un filtro che attenua o enfatizza in una certa misura la gamma medio-acuta del programma musicale sugli altoparlanti principali ,mentre controllo -bassi-  varia l’ampiezza del segnale che giunge al finale del woofer . Qua sotto trovate uno schemino semplificato a mano libera relativo alla circuitazione accennata che meglio spiega il funzionamento.

Williamson aie2000 schema controllo toni - moltisuoni

 

Pregi e Difetti !

 

I Pregi si fanno notare su: Altoparlanti e loro qualità , Suono e singolari scelte circuitali! I difetti : Difficilmente ne troverete uno in efficienza ! Oltre alle consuete cinghie nella sezione “cassette” ,dovrete preventivare un certo numero di condensatori da sostituire!

Williamson AIE 2000 - Moltisuoni 1

Tutti i selettori vanno disossidati dai malfunzionamenti in parte dovuta alla schietta fattura economica dei suddetti

Williamson AIE 2000 - Moltisuoni 39

Va meglio nei potenziometri dove è stato fatto utilizzo di componenti economici Alps.

Williamson AIE 2000 - Moltisuoni 28

Segnalo come vi sia un abbondante cablaggio disordinato rispetto alle altre radio che ho avuto modo di ispezionare nel passato

Williamson AIE 2000 - Moltisuoni 41

Purtroppo non si è fatto  uso di connettori per facilitare la manutenzione, quindi si lavora scomodi. La costruzione nell’insieme è caotica, si possono intravedere parecchi errori di progettazione nel layout dei circuiti stampati , corretti poi in fase di montaggio per non dover rifare i master .

Williamson AIE 2000 - Moltisuoni 52

Una lancia va spezzata in favore di un progetto ambizioso ,che era mirato probabilmente alla competizione con i mostri sacri di allora!

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La robustezza in generale dell’oggetto è comunque apprezzabile  considerando il “gap” di essere costruito a Taiwan In un’epoca dove il loro know-how era ancora agli albori!


 

Upgrade:

 

1) Altoparlanti :

Williamson AIE 2000 - Moltisuoni 11

I 6 altoparlanti dedicati alle frequenze medio acute,vengono filtrati da componenti passivi in serie. Tale filtraggio riguarda i due Tweeter (Foto sotto : Condensatore da 47uF)

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e i due Squawker laterali ( Foto sotto : Condensatore da 10uF).

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Se leggete le capacità penserete ad un errore di trascrizione….No! Nessun errore: I Tweeter sono “tagliati” con 47uF (Strillando fastidiosamente) e i due Squawker invece sono relegati alla riproduzione degli acuti in maniera molto fiacca . L’uso inoltre di normali componenti polarizzati è un’altro aspetto bizzarro! Il suono emesso non è dei più felici come equilibrio. Vanno quindi ridimensionati  i ruoli di lavoro questo modo : 8,2 uF sui tweeter e 68uF per gli ellittici laterali . Le polarità  rimaste come d’origine per favorire una certa “spazialità” del suono giocando sullo sfasamento capacitivo introdotto…Sotto ne avete uno schema.

schema 2.1 - moltisuoni

 


 

2) Motorino cassette:

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E’ uno dei primi modelli a controllo elettronico integrato e patisce parecchio le fluttuazioni di tensione. E’ preceduto quindi da un (brutto e malfatto) regolatore di tensione nel tentativo di migliorarne la sua stabilità . Il passaggio con un elemento di odierna produzione è garanzia di rotazioni accurate anche al variare della tensione d’alimentazione.

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Si omette quindi quell’obbrobrio di regolatore che non ha più utilità!

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Per tarare la velocità ci si avvale di una cassetta “test tape NAB” in unione ad un frequenzimetro, regolando il trimmer fino a leggere sul display la medesima frequenza registrata sulla cassetta (generalmente 1000Hz)

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Controllate sempre la testina di lettura e registrazione: Con tutta probabilità la troverete al capolinea : Una testina usurata porta sempre alla rovina dei nastri ascoltati . Se è necessaria la sostituzione ,ci sarà poi da tarare l’azimuth (cioè l’allineamento della testina vs nastro) . Per fare questa operazione si possono percorrere diverse strade : La via “empirica” di affidarsi a cassette pre-registrate in fabbrica come riferimento ufficiale di allineamento ; Ruotando la vitina di registro si cercherà semplicemente la posizione dove il suono risulta più nitido e aperto all’orecchio.

Azimuth -Moltisuoni

La seconda opzione ufficiale è quella di utilizzare la solita cassetta “tape test” : Selezionato un segnale di 10-15khz si andrà a trovare la posizione tramite la solita vitina, dove il segnale visto sull’oscilloscopio viene massimizzato. Trovato questo punto , si  blocca con un punto di Loctite tale vitina per evitare essa possa nel tempo allentarsi.

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Pulite sempre il capstan , il pinch roller (e prestate attenzione non sia deformato) , la testina di cancellazione e infine il tendinastro  ubicato tra le due testine , che è responsabile a fine cassetta dell’autostop! Verificate pure che la sezione “trascinamento” (frizioni avvolgitori bobine, idler etc etc) siano in ordine. Le cinghie of course saranno da mettere nuove!

 

3) Alimentatore :

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Sono presenti due elementi da 4700 uF in parallelo. Il semplice upgrade consiste nell’impiegare un solo elemento da 10.000uF 25v disaccoppiato in parallelo con una capacità al poliestere da 0,47uF.

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Cercando al contempo di dare un ordine al caos

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E’ conveniente fissare meccanicamente il condensatore con un goccio di colla a caldo. La tensione ai sui terminali deve dare una lettura di 13,6- 14 Volt con alimentazione di rete ,in caso di letture inferiori, dubitate del ponte di diodi che potrebbe avere un elemento in corto.

 

4)  Vu-Meter e scala parlante :

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Tremenda mancanza del williamson AIE2000 è non avere nessuna sorta di illuminazione.

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Ecco come procedere : Si prendono due led ad alta efficienza collegati in serie con l’aggiunta di una resistenza da  680Ω / 1W. Un led sarà relegato alla illuminazione dei due vu-meter, il secondo invece si occuperà di rendere leggibili al buio i caratteri della scala parlante.

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Una sezione del pulsante “check battery” non viene utilizzato,pertanto ciò faciliterà la modifica…..L’alimentazione dei led verrà prelevata direttamente dal condensatore di filtro/disaccoppiamento alimentazione .Per mitigare l’assenza di inerzia viene implementato un elettrolitico da 470uF a valle del resistore per assomigliare nel funzionamento a quello di una lampadina rendendo più verosimile la modifica .

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Per consuetudine la panoramica di tutta la componentistica sostituita! …..

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E alcune foto a restauro concluso

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Gli ingressi servono per collegare : Una sorgente esterna preamplificata (line in-out)  in standard sia DIN che RCA . Una coppia di microfoni esterni e per finire una coppia di RCA per collegare una coppia di altoparlanti esterni lasciando attivo solo il woofer posto sul retro.

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Non resta che l’occasione di ascoltarlo dal vivo!

 

 

Un caro saluto !!!! Andrea Moltisuoni

 


 

NOTA BENE:

 

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Link per sapere di più sull’argomento:

 

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Ghetto_blaster

www.stereo2go.com

www.shizaudio.ru

www.stereo80s.com

 


 

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