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RCF AF6070

O lo si ama ,o lo si odia ! … In questi scorsi 50 anni ha sempre diviso nettamente in due le fazioni di appassionati Hi-Fi . Di fatto l’ RCF AF6070 entrava nel mercato con un canone estetico che si distaccava parecchio dalle mode fatte di tanto alluminio satinato.

Photo courtesy : Hi-Fi Engine

A ragione o torto tuttavia gli va dato atto di essere un singolare esercizio di stile … Se si pensa alla profusione di colori e design negli anni ’70 ( Kartell, Sottsass , la Brionvega stessa etc etc) l’RCF AF6070 si collocava nel contesto abbastanza con agio.

Photo Courtesy : Pxfuel – Creative Commons Zero – CC0

L’azienda di Reggio Emilia proponeva all’epoca quattro apparecchi in catalogo : L’ AF6070 di cui mi appresto a parlare tra poco … coi suoi 35w a canale , il successivo AF6120 da 60+60 W , l’AF6180 da 90+90 W per concludere col top di gamma AF6240  con una esuberante erogazione di 120+120 W per canale, ritagliandosi quindi un posticino nell’olimpo dei “monstre amplifier”.

Photo courtesy : Hi-Fi Engine

La costruzione , forte dell’esperienza di RCF nel mondo “PRO” , è di buon grado : Lamiere zincate di spessore adeguato, trasformatore a calotte , cablaggi e schede tutte su connettori per concludere con tutti i circuiti stampati in vetronite FR4 ,cosa ben rara da trovarsi in realizzazioni destinate alle mura casalinghe.

Purtroppo ad una costruzione di rigore, si contrappone l’uso di una componentistica mediocre , fattore che spesso ha generato parecchie lamentele fra i proprietari dell’epoca i quali talvolta se ne liberavano dalla disperazione.

Più avanti si vedrà come arginare almeno il grosso degli inconvenienti  tentando (senza nulla stravolgere nel progetto originale) di raggiungere un compromesso ottimale per un uso quotidiano .


 

RCF AF6070 – Specifiche dichiarate dal costruttore :

 

Potenza nominale : 35W per canale su 8Ω — 40w per canale su 4Ω

Risposta in frequenza : 20 – 20.000 Hz nella maschera di ±1dB

Distorsione  : 0,3% @ 35w nominali

Controlli di Tono : bassi / acuti con turnover e controllo medi , Loudness

Filtri : Subsonico e ultrasonico

Ingressi  : Phono MM , Tuner , Aux , Tape loop 1+2 con doppia barra ascolto-registrazione

Rapporto segnale rumore : Phono 65dB … altri ingressi linea : 80dB

Uscite : 2 coppie di diffusori (con possibilità effetto ambience sulla 2° coppia ) , presa per cuffia , 2 prese outlet di rete

Dimensioni : (L x H x P):  378 x 130 x 290 mm

Peso :  9 Kg

 

rcf af 6070 moltisuoni


 

Considerazioni tecniche e “debugging” :

 

rcf af6070 schematic - moltisuoni

Parlavo prima di costruzione lodevole , ma anche di una scadente qualità nella componentistica impiegata : Purtroppo è tutto vero, una volta levato il coperchio vi renderete presto conto della mole di lavoro che vi attende .

In buona sostanza ,tranne qualche eccezione (confermata dal capacimetro)  quasi tutto ciò che riguarda la componentistica passiva in materia di -elettrolitici- necessiterà di verifica e sostituzione a seconda del caso.

Nel mio RCF AF6070 (dimenticato per più di due decadi in cantina fortuitamente asciutta) i ¾ delle capacità a bordo erano divise tra quelle in corto schietto e quelle fortemente in deriva dal loro valore dichiarato. Qualche resistenza aperta e un paio di transistor rumorosi nello stadio Phono completavano il quadretto dei lavori che pian piano si definivano all’orizzonte.

I condensatori largamente impiegati sono esemplari costruiti dalla ditta SEM di Milano , branchia che pare aver avuto una parentela con quelli della Ducati Energia dall’aspetto e dalla  loro scarsa longevità.

I quattro di grossa capacità (due montati sulla scheda alimentatore e gli altri due ad occuparsi del disaccoppiamento CC sull’uscita altoparlanti) sono opera della Capax , ditta anche questa nostrana ,nota per le scarse attitudini a duraturo … Erano famosi soprattutto negli anni ’50 i loro condensatori a carta disseminati spesso negli apparecchi valvolari non certo scevri da creare problemi alla primi umidi.

moltisuoni rcf6070 -2

Nell’RCF 6070 , si è optato ad una alimentazione singola verso massa (anziché duale come capita di sovente) , ciò in ragione del fatto che la necessaria capacità sulle uscite diffusori , garantiva anche una certa immunità in caso di guasto allo stadio finale ,bloccando ogni tensione continua verso gli altoparlanti . Con semplicità non c’era quindi bisogno di una protezione elettronica a relè.

Altra noia che va assolutamente affrontata è quella relativa alla pulizia degli slider -su questo esemplare di marca Piher- made in Spagna , di qualità appena sopra all’infimo e rara reperibilità odierna.

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Purtroppo affidarsi al miracolo del solo pulisci-contatti è cosa che rimanda il problema avanti di qualche tempo. Se intendete avere per le mani un apparecchio affidabile, questi vanno giocoforza smontati dalla scheda madre, aperti e puliti (il loro cluster è ad incastro, una volta svincolato vi ritrovate lo slider aperto in due metà.

Off topic : La pulizia delle piste nei potenziometri si ottiene con un cottonfioc imbibito di puliscicontatti oleoso. Un secondo passaggio con un cottonfioc asciutto porterà via sporcizia lasciandovi la grafite lucida e netta . Controllate sempre in questo frangente l’assenza di cricche e interruzioni  . Lo stesso trattamento descritto lo riserverete anche ai pettini striscianti. Probabilmente non c’è bisogno che lo dica ,ma queste operazioni vanno svolte con un estremo “tatto”… Una manovra affrettata la pagate cara 😉

Una volta finito il divertimento con gli slider , è utile dedicarsi ai commutatori. In genere questi si accontentano di una buona soffiata di aria compressa seguito da una spruzzata di disossidante secco per ritornare alla piena efficienza .Questa tregua vi prepara alla prossimo impegno ,ovvero la pulizia di tutti i connettori a pettine ,causa maestra nell’RCF AF6070, di eterni malfunzionamenti quanto di schiocchi e rumorini di ogni sorta . Ogni  forma di patina e ossido va accuratamente rimossa  dal maschio e dalla femmina assicurandosi vi sia un buon contatto nelle parti.

Seppur la ragione suggerirebbe alla mente una soluzione più “solida” (la loro eliminazione -ndr-) , consiglio di non sostituirli coi cablaggi in filo volante . Oltre a captare potenziali spurie , diventa un casino mortale metterci mano in caso di bisogno. Se disossidati e puliti a dovere, tornano a funzionare senza incertezze.

rcf af6070 moltisuoni

Si completa la revisione “battendo” tutti i transistor (qualcuno ha il vizio di soffiare e l’oscilloscopio ve lo confermerà) , verificando la loro efficienza di giunzione e controllando che le tensioni riportate a schema elettrico siano corrette nei valori imposti dal progetto . Occhio anche a qualche resistenza se vedete tensioni assenti o anomale nel valore … Più di un paio l’ho trovate aperte tra gli stadi di segnale e i finali .

 


TARATURA E COLLAUDO STADIO FINALE :

 

Dissaldate e controllate in primis l’efficienza dei due trimmer presenti su ogni scheda finale : Se imprecisi ,cambiateli senza indugio con elementi di qualità (volendo la vita facile, anche con dei multigiri ! ) . Essi devono garantire i parametri vitali dello stadio finale  : Corrente di riposo e offset ! Per questo motivo non devono essere assolutamente “ballerini” … Ignorando questo passaggio vi “rischiate”  i transistor finali senza troppi complimenti .

La taratura della corrente di riposo si ottiene ponendo un tester fs 100mA in serie all’alimentazione, levando il fusibile da 1,25A : La taratura va fatta a volume zero, con carico da 8 ohm e apparecchio acceso almeno da 10 minuti per stabilizzare le derive termiche. Si setterà quindi il valore come da schema a 60mA tramite i trimmer chiaramente indicati qua sotto!

La taratura dell’offset si perfeziona collegando un voltmetro in CC (F.s. 50 V cc) nel punto indicato a schema . Si regolerà quindi il trimmer per leggere la metà esatta della tensione d’alimentazione (rigorosamente in assenza di segnale) contenuta entro la figura di ±0,5V massimi nello scarto .

 


 

UPGRADE E MIGLIORIE :

In ogni apparecchio (tranne quelli multi-milionari) qualcosa è sempre ceduto all’altare dell’economia, l’RCF AF6070 non fa certo sconti a questa regola di larga scala

Nel bel mezzo di una ricca revisione ,come potrebbe esser questa, non è cosa sbagliata pensare anche a qualche miglioria senza svenarsi . Di seguito un paio di suggerimenti

 

Componentistica :

Tutta la produzione attuale è idonea  (previo opportuna verifica con un capacimetro) . Un occhio di riguardo va fatto agli elettrolitici dove transita il segnale : Quando il valore e le dimensioni lo permettono, consiglio l’uso del poliestere!  Dove non si può , ripiegate su elettrolitici di buona qualità , Nichicon muse oppure Rubycon Black gate per un esempio.

 

Alimentatore :

Come detto qualche paragrafo fa , si tratta di un alimentatore semplicissimo a singola tensione rispetto a massa : Oltre alla eventuale sostituzione delle due capacità elettrolitiche presenti (5600uF per il filtraggio generale ,da almeno 75volt lavoro e quello per le sezioni di segnale ,da 2200uF 63V) è bello affiancare a loro delle piccole capacità in poliestere da 0,47uF/100v per un filtraggio efficace di eventuali spurie ad alta frequenza.

Sempre in tema di cose raffinate e carine , mettere in parallelo ai quattro diodi del ponte , altrettante capacità da 10nF permette di attenuare i rumori di commutazione propri dei diodi durante le semionde alternate , allungando in genere la vita degli stessi.

 

Stadio finale :

L’alimentazione singola impone per forza un condensatore di disaccoppiamento sulle uscite altoparlanti (Come diceva il grande ingegner Bartolomeo Aloia : Quello che non ve lo trovate sull’alimentatore ,ve lo ritrovate poi sull’uscita)

E’ sempre bene non lesinare mai su questo componente in cui transita il segnale di potenza verso gli altoparlanti, il criterio è sceglierne uno con la più bassa ESR possibile.

Un ulteriore beneficio ne deriva da porne diversi in parallelo (arrivando sempre alla capacità montata in origine senza mai superarla)  . Questa “cortesia” diminuirà la resistenza interna parassita a tutto vantaggio di una migliore capacità di erogare correnti al carico, specie se da 4 ohm.

moltisuoni rcf af 6070

In foto si vedono anche due piccoli condensatori in poliestere  … Li spiego subito : Nella pura teoria “dovrebbero”  (e lo sottolineo : dovrebbero) aiutare gli elettrolitici ad un migliore disaccoppiamento verso le alte frequenze se posti in parallelo . Nel mondo reale non vi sono prove strumentali (condotte da persone assai più autorevoli del sottoscritto) le quali suffragano al 100% questa teoria . Tuttavia negli ascolti con e senza -vorrà il caso- pare all’orecchio del sottoscritto un suono più garbato quando presenti . Visto che costano una sciocchezza nulla vieta di implementarli . Il criterio sulla scelta della capacità è lo stesso inverso di quello impiegato come crossover a 6dB ottava su un altoparlante ipotetico di 4/8 ohm trovandone il valore di compromesso .

 


CONSIDERAZIONI FINALI :

 

moltisuoni rcf af

Arrivati in fondo a tutta questa avventura avrete per le mani un apparecchio dalle buone doti musicali (che non sarà un riferimento , ma nemmeno l’ultimo della classifica) con una valida capacità di interfacciarsi e integrarsi a vecchie e nuove sorgenti. I 35w dell’ RCF AF6070  permettono di sonorizzare agevolmente tutte le situazioni domestiche anche in caso di feste improvvisate o per sentire la cavalcata delle Valchirie come si deve . Non per ultimo la versatilità di adeguare lo stadio phono ai volumi delle altre sorgenti lo fa entrare nelle mie grazie .

Una zucca trasformata in carrozza proprio come nelle migliori favole di cenerentola… Se a qualcuno farà stortare il naso, sono convinto che a tanti altri farà venire la voglia di possederlo. Musicalmente è abbastanza brioso senza diventare stancante. Ottimi i controlli di tono e comodi per rivitalizzare registrazioni non proprio perfette per poi sparire (col tasto defeat)quando non richiesti . Curioso e “naif” il commutatore posteriore per trasformare la seconda coppia di altoparlanti , in diffusori -ambience- sfruttando il loro sollevamento da massa . Diciamo che si è guadagnato la mia simpatia per fargli un posticino nella mia collezione 😉

 

Un caro saluto

Andrea Moltisuoni

 


Ringrazio  Macario B. per lo schema elettrico dell’RCF AF6070


Link per saperne di più sull’argomento :

 

https://it.wikipedia.org/wiki/RCF_(azienda)

https://www.rcf.it/it

https://www.hifiengine.com/manual_library/rcf/af_6070.shtml

 


NOTA BENE:

 

I TESTI e LE FOTO PRESENTI SUL SITO SONO PROPRIETA’ INTELLETTUALE RISERVATA … Ogni utilizzo a sproposito sarà perseguibile secondo legislatura vigente.

 

 


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Questo blog non rappresenta una testata giornalistica e viene aggiornato senza alcuna scadenza periodica. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge N°62 del 07/03/2001. Alcune immagini sono tratte da internet ove dichiarato: Se il loro uso violasse diritti d’autore, lo si comunichi all’autore del blog che provvederà alla loro pronta rimozione. L’autore dichiara di non essere responsabile dei commenti lasciati nei post. I commenti dei lettori, sono soggetti a moderazione.

 

 

RCF UP 121

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RCF dal tardo degli anni ’40 fino ad oggi non ha mai smesso di “sfornare” apparecchiature interessanti in quel di Reggio Emilia : L’ Rcf UP 121 ne è un estratto di tal filosofia.

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Quello che andrete a leggere recensisce un finale destinato ad un uso professionale (Discoteche o sale comizi prevalentemente) prodotto nel 1979. La costruzione è senza risparmi, abbondantemente sovradimensionata  per garantire anni di servizio senza intoppi.

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Caratteristiche tecniche Amplificatore RCF UP 121

 

Alimentazione : 110 – 220 volt AC oppure 24 Volt DC

Consumo massima : RETE 400 Watt circa – BATTERIE : 10 A su 24 volt

Potenza erogata Nominale : 120 W (rete) – 70 W (batteria)

Potenza erogata Musicale : 180 Watt (rete) – 130 W (batteria)

Risposta in frequenza : 50 – 17000Hz (Hi-Fi) —- 600 – 8000 Hz (PA)

Impedenze accettate : 4-8-16 Ohm + linea 50 / 100 Volt

Ingresso: DIN (5 poli) Sbilanciato con controllo sensibilità

Uscita : DIN (5 poli) Sbilanciata

Peso : 15 Kg

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Costruzione e caratteristiche salienti:

 

L’RCF UP 121 è interamente a transistor , dividendosi essenzialmente in due blocchi ben distinti : Alimentatore e Amplificatore BF

L’unità è dotata di un generoso trasformatore di alimentazione

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Munita di un altrettanto generoso trasformatore di uscita

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Questo per avere una doppia alimentazione rete / batterie, e posta la condizione di dover operare su diverse impedenze,la scelta più coerente è quella di adottare una circuitazione che impieghi un trasformatore come elemento elevatore di potenza .Più avanti, si vedrà come questa soluzione permetta di aggirare alcune difficoltà in maniera semplice e affidabile.

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L’alimentatore è formato da 3 diodi di stampo automobilistico (sono gli stessi impiegati nei raddrizzatori da alternatore)  seguiti da 3 condensatori da 4700uF. Il terzo diodo si trova in serie alla presa batteria 24 Volt e il suo catodo  va a connettersi a monte della batteria di condensatori ( La funzione è di protezione nella inversione di polarità ). A vuoto la tensione nominale quando collegato alla rete è di circa 34 volt.

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La sezione BF ,è costruita intorno ad un amplificatore in simmetria quasi complementare. La sezione finale annovera 4 finali 2N3055 (due in parallelo per semionda) idonei a ben pilotare  il primario del trasformatore d’uscita.

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Il rapporto di quest’ultimo è circa 1:4 : La sua presenza rende superflua una circuitazione di protezione , grazie al fatto che di suo blocca eventuali tensioni continue in caso di avaria nei finali. I driver dei quattro 2N3055 fanno cardine su due BD810 da 10 ampere!

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Un  approfondimento: L’utilizzo di un trasformatore di uscita permette in primo luogo di avere a disposizione una potenza nominale identica su qualsiasi impedenza di carico (cosa gradita),in secondo luogo consente lo sviluppo di potenze ragguardevoli partendo da una tensione di alimentazione contenuta. Nel passato era l’unica alternativa per avere potenze nominali elevate da una tensione contenuta. Non era un caso osservare questa tipologia di circuito nella realizzazione di amplificatori da automobile.

Equalizzatore booster Audiola - Moltisuoni

In queste 3 foto un esempio : Le prime due ritraggono una coppia di “booster” amplificatori da 40 watt rms. La terza immagine riporta lo schema elettrico (tratto dallo schemario C.E.L.I. ) di un finale Roadstar da 45+45 watt nominali

Equalizzatore booster arrow - moltisuoni

Schema amplificatore roadstar - moltisuoni

Lla crescita tecnologica e  l’utilizzo di survoltori  soppianterà questa tecnologia ,non tanto per validità ,quanto per riduzione di pesi e costi (un trasformatore di uscita,se ben fatto e con banda passante degna di tal nome è sempre costoso)….

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Sulla scheda principale un filtro bassabanda ottimizza la destinazione d’uso

 


 

 Manutenzione e “Upgrade” nel mio esemplare :

 

Il mio “recupero”  provenie da una sala da ballo in disuso, torchiato senza pietà per molti decenni : Necessità quindi di qualche attenzione. Si parte dallo stadio alimentatore : I vecchi condensatori  “SEM” come tutte le capacità made in italy dell’epoca tendono a diventare veri e propri cortocircuiti con l’inutilizzo. Procedere alla loro sostituzione è conveniente nell’ottica di avere un finale affidabile.

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La sostituzione con elementi nuovi  da 6800uF aumenterà leggermente il margine dinamico senza affaticare i diodi.

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Meccanicamente bisognerà ingegnarsi per poter adattare i nuovi componenti sul supporto originale. Ricordo che tutta la superficie è attraversata da tensione POSITIVA che andrà debitamente isolata dallo chassis del finale!

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Risolta la prima problematica è il tempo di dedicarsi allo stadio finale: Spiccano subito all’occhio due transistor “martirizzati” da un uso poco riguardevole.

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Si intuisce che il mio UP121 era alla frutta ,ma fortunatamente il danno si è limitato solo ai finali di potenza ,risparmiando driver e quant’altro. Prima di smontare il finale fisicamente dallo chassis, è utile prendersi nota delle connessioni elettriche presenti sulla scheda!!

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Per procedere alla sostituzione è necessario procurarsi 4 transistor 2N3055 con caratteristiche elettriche quanto più possibile similari

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Si può anche prevedere di montare sul dissipatore gli zoccoli per TO3 ,che all’atto pratico permettono la rapida sostituzione dei finali in caso di avaria…

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E’ una spesa in più,ma si lavora con più agio nel futuro…

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Sempre nel tema del lavoro “upgradato”,una buona ricablatura con cavo di sezione più ragguardevole è assai consigliato (2,5mmq sui collettori – 1,5mmq sugli emettitori – 0,5 sulle basi)

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Anche se non del tutto necessario,  consiglio di sostituire i due diodi 1N4002 presenti sul dissipatore nella veste di rilevatore termico per la corrente di riposo.

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Visto il loro costo insignificante e  gli stress termici a cui sono sottoposti è conveniente metterli nuovi . Sui transistor finali e sulle rispettive miche , va interposto il grasso al silicone che aiuta il trasferimento termico!

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Una piccola quantità al centro del transistor ,garantisce un corretto accoppiamento termico al dissipatore. Quando serrati , il grasso traborderà a garanzia di una completa copertura delle superfici.

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Terminato il montaggio verificate l’isolamento rispetto al dissipatore a priori di dare alimentazione e tarate la corrente di riposo -a mezzo dell’unico trimmer- presente sulla scheda per una corrente di 65/70mA!

 


Due considerazioni su quanto visto …

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Nel suo arco ha sicuramente più di un paio di frecce interessanti: Grazie al trasformatore di uscita (che scende oltre l’estremo dei 50hz dichiarati da rcf) lo scenario acustico ha un timbro gradevole ,ricordando abbastanza da vicino le buone realizzazioni hi-fi domestiche. La qualità di costruzione lo destina ad essere affidabile per molti anni senza gran manutenzione e la potenza c’è ed è pure tanta (Al clipping ben 134 watt nominali quando alimentato a rete domestica). Considerato infine la comodità di poter essere alimentato al -volo- con due accumulatori da auto ha un senso di esistere quando volete disporre di una coppia di finali ruspanti per sonorizzare piccole feste ed eventi all’aperto.

Un caro saluto e buone festività a tutti!

 

Andrea “Moltisuoni”

 


 

NOTA BENE:

I TESTI e LE FOTO PRESENTI SUL SITO SONO PROPRIETA’ INTELLETTUALE RISERVATA … Ogni utilizzo a sproposito sarà perseguibile secondo legislatura vigente.

 


 

Link per saperne di più sull’argomento:

 

http://it.wikipedia.org/wiki/RCF_(azienda)

http://www.radiomuseum.org/r/rcf_ela_up_121.html

http://www.radiomuseum.org/r/rcf_pa_amplifier_up_121_n.html

 


 

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