Pioneer PL 510

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Il Pioneer PL 510 è un giradischi di metà anni ’70 che si poneva come gamma medio-alta

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Presentato nel 1976 era un  gradino sotto all’allora top di gamma PL530 . Il cabinet è in truciolare rivestito con film vinilico tinta legno. Dotato di motore a trazione diretta e un buon braccio a S bilanciato staticamente ..particolarmente leggero  . Si presentava quindi sulla carta come un buon compagno di ascolti !

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Il mio esemplare non se la passava bene a livrea esteriore, la quale tende a sfogliarsi col passare degli anni….Difetto comune a quasi tutta la produzione di quel periodo in Pioneer.

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Analisi circuitale:

 

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Levate le viti che trattengono il fondo dell’apparecchio ,si accede alle parti elettriche e meccaniche del giradischi . Si notano principalmente due schede “attive” (l’alimentatore e la scheda di pilotaggio del motore) , più una terza che serve da “ponte” ai vari collegamenti elettrici. Fa piacere notare come il trasformatore sia montato su di un supporto flottante per minimizzare il rumore!

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L’alimentatore è un regolatore tipo “serie” a transistor + diodo zener…due le capacità di filtro, sono rispettivamente di 330uF e 100 uF…la tensione in uscita è di 18 volt continui.

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Per la scheda di gestione del motore brushless non vengono impiegati circuiti integrati ,ma solo transistor!

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Il funzionamento si basa sui rilevamenti di tre transistor ad effetto Hall posizionati nel motore in unione ad un oscillatore. Un varistor rileva la temperatura ambiente e mantiene la rotazione del piatto stabile al suo variare . Il controllo di velocità fine si ottiene modulando la tensione prodotta dagli avvolgimenti di “sensing” presenti nel motore assieme ai normali avvolgimenti di campo . Questo feedback fa si che il motore sia governabile stabilmente entro regimi di rotazione ben definiti.

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Sia la scheda di controllo ,sia il motore a trazione diretta sono costruiti dalla Pioneer

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Nelle versioni successive,questi due componenti cederanno il passo a motori con elettronica incorporata della Mitsumi : Ciò renderà di fatto impossibile tentare eventuali riparazioni in caso di avarie !

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Potrà anche capitare di  incontrare noie sul microswitch che commuta i 33/45 giri e sui potenziometri se la velocità di rotazione è inaccurata ! Viceversa se lo stroboscopio fa luce fioca, va sostituita la lampadinetta al neon con un’altra di pari dimensioni (oggi ne esistono anche di colori diversi dall’arancione) Eventuali avarie nella scheda motore sono abbastanza rare e si trovano i service manual in rete per potervi mettere mano.

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Il motore , solidale con il braccio ad S è montato su di un controtelaio flottante a molle smorzate (schema simile ai Thorens TD 160). Sul telaio vi è un cuscino di poliuretano : Se in pessime condizioni va sostituito con un ritaglio di schiuma poliuretanica! Le molle potrebbero avere gli smorzatori malconci e il poliuretano può anche qui risolvere il problema . Attenzione : Marcatevi  posizioni perché sono calibrate . Risultano più rigide vicino al motore e più morbide al lato braccio!

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Cabinet : restauro ed eventuali modifiche.

 

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La base del giradischi del Pioneer PL 510 è in plastica rigida di buon spessore .Quest’ultima si separa dalla cornice in legno mediante tramite 8 viti parker

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Il mobile in truciolare ha un rivestimento vinilico simil legno…con il passare del tempo questo si sbriciola!

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Conviene quindi ragionare se:

1 – Rivestirlo in vero legno (nel mio caso)

2 – Rifarlo Ex novo… in caso fosse deformato da umidità oppure recante segni del tempo profondi.

L’interno potrà essere eventualmente trattato con antirombo ,anche se non  ci sono da aspettars miracoli in termini di migliorie….

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Una interessante modifica è quella di sostituire il fondello di masonite ,con un idonea base in alluminio (4mm andrà benone) ,debitamente forata !

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Nella superfice interna si può prevedere un foglio di antirombo da minimizzare le risonanze. Per l’esterno una spruzzata in nero opaco donerà al tutto un  aspetto elegante !

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E’ buona cosa mantenere l’adesivo originale posto sul fondo dell’apparecchio  e riposizionarlo sulla nuova base.

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Nel mio caso ho mantenuto la cornice originale impiallacciando in vero noce la parte esterna , seguendo poi le normali operazioni di impregnazione, turapori e vernice trasparente finale.

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Testine e Shell portatestine

 

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In dotazione al Pioneer PL 510 c’è uno shell di alluminio coa corredo una testina Pioneer P110 . Nulla vieta di upgradare sia shell che fonorivelatore con qualcosa di più appropriato! Sempre nel mio caso specifico ho acquistato uno shell ortofon e una testina NOS  della americana Pickering ,modello V15

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L’impressione è quella che con un portatestina in lega il rapporto di bilanciatura delle masse braccio-testina sia un pelo più favorevole . Nulla vieta di fare tuttavia altri tipi di accostamenti sino ad arrivare al suono desiderato!

 

Un saluto….Andrea “Moltisuoni”

 


NOTA BENE:

I TESTI e LE FOTO PRESENTI SUL SITO SONO PROPRIETA’ INTELLETTUALE RISERVATA … Ogni utilizzo a sproposito sarà perseguibile secondo legislatura vigente.


Link per saperne di più sull’argomento:

 

http://www.vinylengine.com/pioneer pl 510

http://www.thevintageknob.org/pioneer-PL-510A.html


DISCLAIMER :

 

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica e viene aggiornato senza alcuna scadenza periodica . Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge N°62 del 07/03/2001. Alcune immagini sono tratte da internet (ove dichiarato) : Se il loro uso violasse diritti d’autore, lo si comunichi all’autore del blog che provvederà alla loro pronta rimozione. L’autore dichiara di non essere responsabile dei commenti lasciati nei post. I commenti dei lettori, sono soggetti a moderazione.

Perser SA 2050

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Stavolta spolvero i fasti di una ditta italiana nata nei primi anni ’60 con l’obiettivo di produrre apparecchiature elettroacustiche destinate al mercato privato e professionale ad un prezzo competitivo. Il Perser SA2050 frutto del lavoro del sig, PERetti SERgio (da qui l’acronimo) era un buon integrato di fascia economica che tuttavia non perdeva le prerogative di un suono timbricamente onesto!

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Seguendo fedelmente i dettami dell’epoca,l’abbondanza di comandi unita alla loro razionale dislocazione lo rende accattivante sul piano estetico : Fanno capolino  a sinistra una coppia di VU-Meter radiali che in questa veste ricoprono curiosamente il ruolo di modulometri (valutano cioè la quantità di segnale applicato a livello del preamplificatore)

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Caratteristiche tecniche:

 

Modello: Perser SA 2050 , costruito a Vicenza (Italia) , circa 1977

Alimentazione: 125-220 volt 50/60Hz

Potenza in uscita RMS: 23+23 watt su 8-16 Ohm

Ingressi: 5 — Tape — Filodiffusione (AUX) — Tuner — Micro — Phono (DIN a 5 poli)

Uscite : 2 coppie di diffusori selezionabili (Punto e linea) più 1 cuffia (Jack 6.3mm)

Controlli di tono : Bassi – Medi – Acuti —- Loudness su 5 posizioni

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Costruzione e sintesi circuitale:

 

Privato del cabinet ligneo del Perser SA 2050, si accede comodamente  a tutte le parti elettriche dell’amplificatore e colpisce favorevolmente il layout delle varie sezioni.

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Il telaio dell’apparecchio è in lamiera zincata irrobustita da una coppia di traverse (in alluminio,una avente funzione di dissipatore per i transistor finali) . Su di esso vi è rivettato il trasformatore di alimentazione…quest’ultimo è del tipo normale . Avvolto con cura nel cartoccio , è giustamente dimensionato per le capacità di erogazione dell’amplificatore

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Ogni scheda opera una precisa funzione ,risulta facile quindi approntare eventuali riparazioni  senza avere fisicamente lo schema elettrico. Partendo da sinistra si nota : la scheda di alimentazione e la scheda relativa al Loudness variabile . Al centro : amplificatore finale e scheda per il controllo toni / pre di linea / vu-meter . A destra : La scheda Phono RIAA , la sezione filtri e i selettori di sorgente.

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Non vi è  uso di circuiti integrati :  Solo di transistor bipolari! Un elogio alla scheda Phono che fa uso di circuitazione separata per l’ingresso micro e quello per giradischi . Il preamplificatore di linea ha la peculiarità di avere il controllo di tonalità passivo (A favore del rapporto Segnale/Rumore). I due Vu-Meter hanno il ruolo di modulometri sul segnale applicato a questo stadio.  L’amplificatore fa uso di uno schema darlington sui transistor finali a simmetria complementare con limitazione della corrente al carico. Le capacità di filtro sono sufficienti per la potenza erogata(4000+4000 uF) . La componentistica utilizzata è in gran parte italiana (Facon,Unaohm,Femè,RCA italiana) eccezion fatta (Perlomeno nel mio esemplare) per alcune piccole capacità in poliestere recanti il marchio Wima ,comunque di qualità non eccelsa (Una cosa nella media)  allineata con la classe dell’apparecchio

 


Interventi,modifiche e riparazioni:

 

Il mio esemplare era  guasto : Nella realtà le uniche problematiche da me riscontrate erano le capacità che in molti casi erano finite in cortocircuito , dovuto alla mutua azione del tempo congiunta all’inattività di molti anni.

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Conseguentemente saltavano i fusibili di protezione ( E non solo loro…anche un diodo 1N4004 ha fatto il “botto” ) sulla scheda di alimentazione . Sostituendo le capacità in perdita e con l’occasione di un upgrade sul ponte con diodi più consoni il tutto ha iniziato a prender di nuovo vita.

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Non tutti i mali vengono per nuocere : Infatti con modesto impegno economico , oggi si comprano ottimi componenti che distano anni luce rispetto quanto vi era montato di origine!

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Una modifica  i cui benefici si riversano nella capacità dinamica dello stadio finale , è quella di portare i condensatori di filtro dai 4000 uF originali , ad almeno 6800uF (Nel mio esemplare sono da 10000uF) e conseguentemente sostituire i quattro diodi 1N4004 con altrettanti diodi 1N5402 per adeguarsi alle nuove capacità . Già che ci siete sostituite  i diodi dello stadio di alimentazione per il preamplificatore con un ponte da 1,5 A  ; I valori  indicati andranno più che bene per le prestazioni in gioco :  Ho montato personalmente qualcosa di più dimensionato perché  possedevo già questi componenti , e non mi andava di acquistarne altri! Ad ogni modo ,nel mio caso , risultano oltre quanto  serve all’ apparecchio.

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Un’altro salto di qualità interessante consiste nella sostituzione delle capacità di equalizzazione attorno lo stadio Phono , con qualcosa di meglio qualitativamente parlando.

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Oltre non mi spingerei , il gioco non varrebbe più la candela !  Già queste piccole modifiche permettono di avere benefici sonici ad un costo contenuto . Sul profilo sicurezza conviene sostituire il cavo di alimentazione con un cavo da 3 x 0,75 mmq avendo cura di collegare la presa di terra allo chassis dell’apparecchio . Se vi capita un Perser SA 2050  dismesso da tempo, vi sconsiglio di collegarlo alla rete : conviene fare prima un esame visivo dove probabilmente avrete la -certezza-  di dover sostituire (Quasi) tutti gli elettrolitici a bordo…La -Facon- è nota per la sua scarsa longevità!

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Difficilmente avrete noie con i transistor finali  grazie alla circuitazione non esasperata avente punti di lavoro ampiamente entro margini sicuri. Tutti i componenti di questo amplificatore sono ad oggi rintracciabili con costi minimi e sostituibili con equivalenti senza patemi d’animo. Preventivate la de-ossidazione dei potenziometri e annessi selettori : Avranno sofferto l’inattività nel 90% dei casi.

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Per le lampadine dei Vu-Meter nel caso siano bruciate : Sono una coppia di bulbetti tuttovetro T5 da 12 volt e 1,2 watt di potenza. Quelle che si usavano nei quadri delle automobili qualche tempo fa .

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Come suona e come va…..

 

Acusticamente Il Perser SA 2050 è abbastanza neutro e brillante: E’ preferibile accoppiarlo a diffusori non troppo impegnativi . Lo stadio Phono riproduce i vinili con la giusta “corposità” unita ad un immagine tutto sommato corretta . In secondo piano e  meno soddisfacenti invece , i vari controlli di tono sia sottoforma di Loudness  per via del loro energico intervento . Gli ingressi di linea sono più sensibili rispetto agli canoni attuali essendo a norme DIN , pertanto collegando un cd player , ci si ritrova ad avere il massimo della potenza disponibile con solo 1/4 di corsa nella manopola del volume . La potenza in gioco è comunque sufficiente per sonorizzare a livello sostenuto una sala di ascolto avente dimensioni medio-grandi .

 

E qui Concludo !

 

Un caro saluto  … Andrea “Moltisuoni”.


 

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http://www.guanciarossa.it/ieri/index.php?option=com_content&view=article&catid=44%3Ahi-fi-italia&id=179%3Ahi-fi-italia-perser&Itemid=89:


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