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Philips 22AH799

Farsi “cadere” nelle mani a distanza di più di 40 anni un prodotto come il Philips 22AH799 è sempre una piacevole esperienza nonostante il caldo di questo Luglio .

Proporre nel 1978 un apparecchio a sintonia digitale con memorie elettroniche aveva un sapore tutto nuovo da esplorare….

I personal computer erano ancora di là a venire e questa interfaccia digitale pareva il primo contatto uomo-macchina in stile “2001 odissea nello spazio”

Come tradizione Philips non ha deluso le aspettative di un prodotto curato , di suono superiore e soprattutto , di buona fattura!

La sezione “amplificatore” è una parente (ri-modernizzata) di quello che fù un cavallo di battaglia del casato :  Il Philips 22GH943

Non manca la versatilità : Per quanto riguarda gli ingressi  si può far affidamento a una coppia di registratori ( uno votivamente a tre testine , prettamente a bobine ) , e un ingresso MM che permette in poco spazio la creazione di un valido sistema Hi-Fi

Le uscite annoveravano la possibilità di utilizzare due coppie di altoparlanti (purtroppo non selezionabili manualmente) e la succulenta uscita pre-amplificata per i  celebri diffusori attivi “motional feedback” .

Photo courtesy : https://www.inner-magazines.com

Come nella sorte di altri apparecchi, la componentistica interna ha qualche insofferenza (specie nella sezione digitale). Trovare oggi apparecchi funzionanti al 100% senza aver avuto revisioni in passato è una chimera!

Se meditate di farvi un “regalo” abbordabile , sappiate fin da subito che dovrete metterci mano…

Il mio in fin dei conti ricordava la copertina dei Police : Ghost in the machine 😀

 


Caratteristiche tecniche:

 

 

Sezione amplificatore:

 

Potenza nominale su 4 ohm per canale: 40w

Potenza di picco su 4 ohm per canale: 60w

Distorsione alla potenza nominale : 0,2%

Fattore di smorzamento (4 ohm) : >40

Uscite altoparlanti : Due coppie da 4 Ohm

Intervento controllo toni : +/-  10dB

Filtri :  ultrasonico e subsonico

Uscite preamplificate : 1 per diffusori attivi MFB – Loop tape

Uscita cuffia : 8-600 Ohm

 

Sezione radio:

FM

Range di frequenza FM : 87.5-108 Mhz

Step di sintonia : Passi da 1khz

Banda passante FM : 30-15000hz (-3dB)

Distorsione segnale FM (mono) :  <0,5%

Sensibilità FM : 1uV

Selettività : 60dB

Separazione stereo : 30dB (@1 khz)

Impedenza antenna : 75 ohm sbilanciata — 300 ohm dipolo

 

AM

Range di frequenza : 520-1605 khz

Sensibilità utilizzabile : 90uV

Selettività : 42dB

 

LW

Range di frequenza : 150-255Khz

 

 

Varie:

— Automuting nella sintonia veloce su entrambe le tre gamme

— Controllo automatico nella separazione FM stereo in base alla forza del segnale ricevuto.

 


 

Come ripristinare un Philips 22AH799 ( e dove!):

 

Accennavo al discorso comune di apparecchi ,oggi cinquantenni , bisognosi di una revisione nella parte elettronica: Questo Philips 22AH799 non fa eccezione.

La solita prefazione è che siate consci di cosa sapete fare e dove metter le mani : In caso di dubbi, chiamate l’amico tecnico (portando a lui il vostro philips 22ah799 in compagnia di 3 o 4 bottiglie di vino buono)  oppure o il C.A.T. a voi più congenito senza esporvi a rischi inutili e conseguenze al seguito. Se siete tra quei pochi fortunati dove tutto funge, potete saltare a piè pari , andando direttamente alla “sezione radio del 22ah799”

Parto dalla sezione più noiosa (almeno per me) , quella digitale! La gestione è affidata nel complesso ad un microprocessore a 8-bit MK3870 coadiuvato da un certo numero di IC che hanno funzione di : Prescaler , Sintetizzatore , Blocco memorie e per quanto riguarda il display , due “shift register” asservono alla visualizzazione numerica . Il processore oggi è ancora reperibile con spesa contenuta ( tra i 5 e i 10€ )

In maniera maccheronica (voluta per rendere sopportabile l’argomento a chi non “traffica” troppo in elettronica) farò una sommaria -troubleshooting guide- utile per indicare chi non fa cosa con l’idea di porvi sulla giusta via senza dover ipotecare casa. Sappiatelo da subito : Un minimo di attrezzatura elettronica e sua padronanza è richiesta . Oscilloscopio e frequenzimetro perlomeno ! Col solo tester si va per margherite….

Photo courtesy : Rigol

 

Getting started ….

Va per primo verificata la congruenza della tensione “logica” fornita dal regolatore dentro la scatolotta schermata ,la quale deve essere rigorosamente di 5V (qui vi basta il multimetro) .

Se il valore non torna siete davanti al primo problema da risolvere (e forse anche l’unico se siete nati fortunati) . Si dovranno controllare tutti i componenti nel riquadro verde e con l’aiuto dell’oscilloscopio dovrete assicurarvi ,a posteri , che la tensione “regolata” sia pulita e stabile! Non dimenticatevi di controllate (già che ci siete)  tutte le altre tensioni annoverando uno scarto di un 5-7% su quanto letto!

Quando la tensione c’è ed è pulita ma tutto tace e nessun comando vuole saperne , il probabile colpevole a cui puntare il dito  è il sintetizzatore che genera tra le altre cose il clock ( 4 mhz) necessario al uPC per il funzionamento.

Con cautela ponete il dardo della sonda collegata al frequenzimetro sul piedino 2 del micro e leggete cosa c’è!  . Se la frequenza risulta assente (o distorta) vanno verificati  i componenti intorno al quarzo e lui stesso. La messa a punto come da service manual si ottiene  tarando il compensatore -azionato con un cacciavite anti-induttivo- in modo da ottenere una frequenza di 3,999Mhz

Se qui tutto bene ,e il vostro 22ah799 ha un “apparente” funzionamento normale senza “leggere” alcuna frequenza (display fisso su frequenza) mentre muovete la manopola della sintonia , il problema è quasi certamente nel prescaler  !

Una possibile anomalia è anche l’assenza del registro memoria : Ve ne accorgete semplicemente perché non riuscite a “storare” le stazioni radio ,ne tantomeno a richiamarle. Questa problematica , richiama il controllo sul diodo 6623 e la tensione dei 5 volt a valle della resistenza nel riquadro rosso  (ndr : Il condensatore si comporta anche come provvisorio back-up se manca la rete ). Se tutto è ok , il -CD4720- è giunto alla fine dei suoi giorni

Viene da citare l’ultimo caso : La radio funziona ma i display e i led delle funzioni non visualizzano nulla .In questa circostanza , è probabile un problema sugli shift register , contrassegnati dagli ovali in rosso . Controllatene la tensione in primis e il cablaggio verso l’unita logica ( I fili rigidi utilizzati a volte fanno brutti scherzi e l’informazione viaggia comunque a frequenze elevate pertanto basta una ossidazione) . Se tutto in ordine potete sospettare benissimo di un “fault” su entrambi

Nel mio esemplare , a titolo di pettegolezzo : Mancavano le tensioni di alimentazione per via di 3 condensatori in corto (li dentro fa caldo col regolatore …) e un problema sul sintetizzatore non permetteva alcuna selezione. Mi sono dovuto premurare di una modifica “quasi” pin-to pin con un SAA1059 dato che il vecchio IC (SAA 1058) sta diventando difficile reperirlo a prezzi umani .

Più stranamente, ho dovuto sostituire il decoder FM stereo (TDA 1005) che risultava curiosamente compromesso.

Già che siete sulla via crucis in attesa di conquistarvi il paradiso ,non fatevi mancare la delizia dei “tastini momentanei” sul frontale : Essi quasi sicuramente saranno isolati dalla patina d’ossido che il tempo ha lasciato in essi. Pedissequamente vanno disossidati prima di dare la colpa a qualche IC di essersi preso congedo!

Togliete (A modo! i dentini sono fragili)  il tastino posticcio e “annegateli” nel loro interno di pulisci-contatti oleoso (che avrete cura di rimuovere con un adeguato panno-carta). Non conviene sostituirli perchè oggi sono più rari di un quadrifoglio! Se vi cimentate con quanto sopra , ritorneranno in perfetta efficienza per altri 50 anni e ne guadagnerete in sonno alla notte.

Se siete riusciti a ripristinare la sezione digitale, ora il mondo per voi è in discesa. Si tratterà perlopiù di dare qualche attenzione ai comandi e allo stadio finale , come descritto a breve.

 


Sezione radio del 22AH799

Grazie al tuner a diodi varicap , la scheda centrale ospita la sezione AM/OL/FM in poco spazio (su essa insiste anche : il selettore ingressi digitale , il preamplificatore Phono e il regolatore stabilizzato dei +9v) . Normalmente non avrete problemi di allineamento , quindi se non vi sono anomalie di ricezione o rivelazione del segnale fm stereo, qui non dovrete toccare nulla.

Come accennato ,  su questa scheda (RF ass’y) è presente anche il selettore ingressi basato sull’integrato TDA1029 ( usato spesso e volentieri in molti sinto-receiver crucchi ) . Se non avviene alcun cambio di sorgenti , lui probabilmente ha un problema che può spaziare dai tastini isolati , ai 15.5v mancanti su di esso oppure alla mancanza di segnale dal processore . A volte, ma è già caso più raro, con la vecchiaia vanno fuori uso per conto loro.

TDA1029

A fianco dell’ IC deputato alla commutazione degli ingressi , trova spazio il preampli phono MM costruito attorno al piccolo integrato NE542 .

Se vi fate prendere dalla smania dell’upgrade, troverete interessante sostituirlo con un ottimo OPA 2350 oppure un NE5532 che permette sicuramente di guadagnare qualcosina in dettaglio e rapporto segnale rumore (non aspettatevi dei miracoli comunque)

La componentistica impiegata è generalmente di buon grado (i condensatori di segnale impiegati nei punti delicati sono i celebri tropical fish) quindi ,tranne qualche eccezione random legata a qualche capacità in tantalio , il grosso degli elettrolitici non vi presenterà problemi di sorta (controllate giusto quelli esposti al caldo) . Questo aspetto non vi lega  -tout cort- ad un recap completo se non è una priorità personale .

Controllate viceversa l’integrità di tutte saldature perchè sono la croce e delizia di ogni apparecchio Philips dell’epoca , tv comprese! Sino ai primi anni ’90 erano una schifezza tremenda e spesse volte pure fredde!

 


Sezione audio del 22AH799

Ricalca con diverse migliorie quello del suo antenato 22GH945 di dieci anni prima (1969-1970) il cui timbro fu una vera e propria pietra miliare . I punti di lavoro , anche stavolta , scelti con “comodità” in unione ai condensatori d’uscita fanno sì che lo stadio finale sia discretamente tutelato dall’incuria d’uso.

Alimentazione singola a 57 volt  (con finali al silicio) permettono al 22AH799 di sfoderare una potenza nominale prossima ai 40w per canale su 4 ohm .

Abbiate cura di verificare : La capacità di filtro e soprattutto le due responsabili del disaccoppiamentoaltoparlanti … Tenendo a mente che una tolleranza del 20-25% sui valori riscontrati è propria dei condensatori “serie blu”

In questa verifica i condensatori “sotto esame” devono essere isolati dal resto del circuito , pena una lettura del capacimetro viziata da errori!

Un controllo necessario è la verifica della corrente di riposo : Si osserveranno i passi come da schema sottostante . Controllate a priori l’integrità dei trimmer : Se ballerini , sostituiteli ! A taratura eseguita , spegnete e rimettete il fusibile al suo posto!

Dall’altro canale si farà identica procedura! Queste operazioni conviene siano accompagnate dalla pulizia dei portafusibili (potrete trovarli perfetti come pieni di ossidazioni del tempo).

Non serve spiegare l’importanza di questo particolare “passaggio”

Philips faceva uso di grasso al silicone trasparente : Se quello che sborda è ancora morbido al tatto non avete motivo di dubitarne l’operato. Se contrariamente fosse secco, conviene smontare i 4 “bdw”  con i soliti criteri di attenzione e procedere ad una nuova “siringata” di termoconduttivo controllando anche le miche d’isolamento . Finito il lavoro, ci si assicura del perfetto isolamento su ogni transistor rispetto al dissipatore!

Per quello che concerne il -preampli- c’è poco da dire , se non la lieta novella che finalmente Philips ha scelto consapevolmente di usare potenziometri e commutatori ALPS (made in Jappa) al posto delle sue ciofechine autoctone…..Qua sotto v’è ne fate un’idea !!

Procedete con la disossidata solo se richiesta!

Segnalo per i più curiosi una rarità : Nel ricevitore 22AH799 la cuffia possiede un suo stadio finale dedicato! Non viene foraggiata , come capita sovente al 99% dei casi, dal finale previo un partitore resistivo:

Per meglio spiegare : I progettisti Phiips hanno optato per uno stadio finale con un guadagno assai contenuto , il quale giocoforza richiede una sezione pre-ampli assai “vigorosa” nel trattare il segnale (quella nel riquadro rosso ,in pratica un piccolo stadio finale exciter) .  E’ un caso più unico che raro e meritava menzione per sottolineare il fervore degli ingegneri olandesi. Va da sè che questa qualità premia le cuffie di un certo pregio!

 

Le conclusioni

Sui top di gamma di fascia consumer, non vi è molto da dire . I motivi per entrarne in possesso sono molti : Dalla grazia -di tatto e funzionale- con cui la sintonia viene attuata (a passi di 1 Khz … Si ha lo stesso “feeling” di una scala parlante tradizionale , grazie all’ottimo encoder ottico che lavora in una maniera eccelsa )

Alla qualità tipica di Philips nelle sue migliori realizzazioni : Senza incertezze ,con un timbro introspettivo e una sezione radio di qualità, che permette  oggi ,seppur con la tristezza “compressa” nel nostro odierno etere, ascolti piacevoli ! L’estetica , è cosa soggettiva ,ma sfido comunque  a trovare chi lo definisce brutto o privo di fascino.

L’entrarne in possesso già con le sue innumerevoli doti , cela poi , uno scenario da non sottovalutare : L’uscita pre-out  MFB dedicata alle celeberrime casse attive….Motivo buono per darsi la scusa per un futuro acquisto 😀

 

Un caro saluto e , buone ferie!

 

Andrea Moltisuoni.

 


Per saperne di più :

 

https://www.radiomuseum.org/r/philips_22ah799_00_15_25.html

https://www.hifiengine.com/manual_library/philips/ah799.shtml

https://www.hifi-wiki.de/index.php/Philips_AH_799

https://www.audiovintage.fr/leforum/viewtopic.php?t=820

https://www.mfbfreaks.com/motional-feedback/hifi-apparatuur/receivers/22ah799/

 


NOTA BENE:

I TESTI e LE FOTO PRESENTI SUL SITO SONO di PROPRIETA’ INTELLETTUALE RISERVATA … Ogni utilizzo a sproposito sarà perseguibile secondo legislatura vigente.

 


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Philips Match-Line 22AV1993

L’anno nuovo lo battezzo con un i Philips Match-line 22AV1993! Un curioso sistema di altoparlanti a forma piramidale ed emissione omnidirezionale , parte integrante della serie “Match-Line” audio-video di Philips.

Nascevano come satelliti da affiancare a due unità sub-woofer . Possono però  essere usati come sistema a se stante ponendo in essere poche , ma mirate , modifiche atte a migliorare seriamente le qualità soniche!

moltisuoni - philips match line 22av1993 -2

E’ oltretutto una buona occasione per “giocare” con un sistema omnidirezionale senza svenarsi : Ciò permette di farsi una idea precisa sui pregi e difetti che tale sistema offre , per poi passare un domani a progetti più ambiziosi !

Photo courtesy: MFB Freaks.nl

Meritano senz’altro un plauso per il loro insolito design a piramide , che ben si presta ad una integrazione in qualsiasi odierno salotto…


Costruzione , altoparlanti …. smontaggio!

 

Dal basso si svitano le quattro parker a croce , e la piramide di rete nera viene via , lasciando a nudo il cabinet che ospita woofer e tweeter. Il volume interno  è di circa 1,5 litri al netto.

Altre 6 viti (Cerchiate in rosso…Due sulla flangia tweeter e quattro sulle flange del Woofer) e il tronco di piramide  si apre in due semi-metà .

I foam del woofer sono  belli marci , ma si sà, Il tempo non è galantuomo !  All’interno un primordiale filtro cross-over provvede al taglio frequenze nei due altoparlanti.

Si tratta di un semplice filtro passa alto a 6 dB per ottava ( A dirla tutta in realtà la cella del tweeter ha un comportamento in pendenza riconducibile ad filtro del terzo ordine) con i cut-off fissati in 200hz per il woofer e circa 9000Hz per il tweeter . Via , pedalare senza troppi complimenti ! Qua sotto , avete lo schema elettrico !

Va bene che le Philips Match-Line erano concepite e parte di un sistema AudioVideo , va bene la qualità dei condensatori Roederstein …. Ma si poteva fare sicuramente di meglio!

Philips match line 22av1993 tweeter

Il tweeter è un componente da 19mm a cupola rigida in Mylar (dotata di rifasatore acustico)  con magnete in alnico.

moltisuoni - philips match-line 22av1993

Il woofer (Sarebbe molto più corretto chiamarlo largabanda) è un componente da 120mm con bobina da 15mm in alluminio e gruppo magnetico schermato come di prassi negli impianti “AV” per non “turbare” il crt nelle immediate circostanze.

I dati di “targa” dichiarano una tenuta nominale di 30 watt con picchi di 60 su un’impedenza di 8 ohm . Nella prima serie non era prevista la morsettiera : I diffusori avevano un cavo uscente come unica terminazione casse-ampli ! Le serie successive per fortuna sopperiranno di grazia , con una coppia di morsetti a molla.


Buoni propositi e migliorie :

Quello che propongo è frutto di una serie di esperienze personali , derivate dall’aver torchiato le due Philips Match-Line per settimane in diversi ambienti . Di base tale modifica fa cardine sul cross-over e nella sostituzione del tweeter con un’ottimo Ciare-SEC . Nulla da ridire sul Philips nativo , che è di buona fattura , ma non c’è paragone!

philips match-line

Il cross-over rivisitato  vanta ora celle del 2° ordine con una frequenza d’incrocio pari a circa 6000hz . La scelta del tweeter sec a 4 ohm è una precisa scelta che mira ad avere un fronte acuti ritagliabile a misura d’ambiente. La motivazione verrà spiegata poco più avanti.

moltisuoni - philips match-line crossover 22av1993

La basetta si riutilizza quindi per ospitare i componenti del nuovo cross-over essendo in pratica un circuito stampato universale.

Il nuovo “cut-off” permette ora al woofer di salire in gamma medio-alta senza però accusare la distorsione negli estremi acuti del programma musicale  .

Parimenti egli si trova ora a non avere più vincoli in gamma bassa.

La qualità dei componenti va scelta nella media senza svenarsi…Gli induttori però, è sempre meglio siano avvolti in aria 😉 !

Il volume interno si riempe di fonoassorbente , in origine non prevista . A scelta : lana di vetro o (molto meglio!) cascame d’ovatta ; L’importante è che non rimanga compresso dagli altoparlanti quando in sede…nel caso rimuovetene  l’eccesso!

I cavi devono avere una lunghezza che permetta una manovra agevole nelle operazioni di ri-assemblaggio . Sotto si può vedere il woofer ribordato in gomma  con un nuovo dust cap in carbonio 🙂

L’attenuatore L-PAD si fissa sul fondo delle cassa , in un foro esistente , allargato al Ø di 9mm . A posteri  è necessario accorciare il perno di comando in modo sia sottomesso al piano d’appoggio .

La foto a sinistra sottolinea il fondello della cassa originale . Quella di destra  mostra l’intervento, dove spicca la morsettiera e l’attenuatore  . Il foro passacavo viene reso cieco da una idonea vite conica M4 .

Ho riposizionato l’etichetta (Prima si trovava a coprire il foro dove ora compare l’attenuatore). I serra-cavo a vite sono invece una “reinterpretazione” delle affidabili morsettiere da quadri elettrici , con jumper in rame OFC .


Malizie nel ri-assemblaggio del tutto:

 

Nei profili di mezzeria come evidenziato in giallo , si utilizza una colla a contatto (tipo bostik o simili) rispettando scrupolosamente i salti maschio / femmina degli incastri (attenzione al cavo del tweeter che rimanga in sede , altrimenti non riuscirete a richiudere il tutto) Questo lavoro permette una tenuta d’aria stagna al volume del woofer.

Il tweeter Ciare visto nella sua sede al vertice della piramide ; Il volume interno al difrattore va riempito di fonoassorbente .

La faccia superiore va coibentata con uno strato di poliuretano che scherma l’emissione del woofer.

Il woofer è buona prassi dotarlo di una guarnizione in neoprene sul cestello ,  da garantire la tenuta quando sarà  in sede.

 


Cosa cambia dopo le modifiche ?

Le Philips Match-Line , alla stregua di tanti piccoli diffusori ,hanno ora una gamma bassa presente seppur risicata nei registri più gravi .

Sentir suonare un diffusore omnidirezionale è una novità. La musica si disperde a 360° e in linea teorica ogni ascoltatore gode di un punto d’ascolto corretto a prescindere posizione nella stanza. Colpisce una “ariosità” sconosciuta ai convenzionali diffusori acustici.

Il mio giudizio è che per fruire appieno di tale tecnologia costruttiva , la piramide debba essere posizionata in spazi sufficientemente aperti e senza oggetti riflettenti posti nelle vicinanze per potersi esprimere al meglio .

Una parete , o una tenda ad esempio enfatizzano o attenuano in larga misura l’emissione medio acuta (Qui si scopre il perché di avere un tweeter che possa all’occorrenza farsi “sentire” regolandolo caso per caso) alterando le qualità acustiche del sistema. La modifica proposta permette  di interfacciarsi quindi al meglio nell’ambiente .  Adatte ora per una amplificazione contenuta ma di qualità . In ragione delle modifiche proposte è corretto riconsiderare la loro tenuta in potenza in un 15 Watt nominali e grossomodo 40w di picco con un modulo di impedenza prossimo ai 6Ω . Una piccola rinuncia da contrapporre però al vantaggio di una qualità sonora acquisita!

 

Alla prossima egregi!

Andrea Moltisuoni

 

 


 

NOTA BENE:
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Link per saperne di più sull’argomento

 

http://pokazywarka.pl/3yg2to/

https://www.audiovintage.fr/leforum/viewtopic.php?t=53209

http://obsoletetellyemuseum.blogspot.it/2011/05/philips-25ml876608b-idtv-100hz-match_14.html

 


Disclaimer :

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