Steelphon Phantom

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Ritorniamo a parlare di valvole con lo Steelphon Phantom! Una testata realizzata in Italia dall’ingegner Ferrarotti , prodotto maturo con carattere distintive e prerogative tali da non renderla obsoleta nella distanza di 45 anni dal debutto .

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Un mio caro amico è riuscito a rintracciarne uno Steelphon Phantom fermo da almeno 20/25 anni in qualche scantinato genovese . La mossa  era capire in che condizioni versasse . Ci vediamo quindi un pomeriggio di questo febbraio e me lo porto a casa!

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Il Phantom è una “testata” tutta valvolare , dotata  di :  Riverbero , vibrato e distorsore. Possiede due coppie di canali di cui uno prioritario (Channel 1) in termini di pulizia sonora . Il cuore dello stadio finale fa cardine su un brioso quartetto di  EL84 in push pull parallelo , per una potenza nominale di oltre 30 Watt

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Qui nella loro livrea fresca di letargo! Al suo interno ogni stadio è a sè stante , cablato manualmente utilizzando già cavi di qualità (in silicone) . Il notevole peso da oltre 13kg  rende giustizia alla  qualità costruttiva, specialmente per quanto concerne il dimensionamento dei trasformatori

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E’ corretto valutare lo Steelphon Phantom  come alternativa abbordabile ai mostri sacri statunitensi, quindi con un occhio alla qualità e sempre uno al portafogli in piena austerity anni ’70  . Ma nonostante i compromessi ha parecchia stoffa da vendere  …..

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I condensatori di filtro sono in perdità ( I Facon non si smentiscono mai) mentre nel fondo dell’apparecchio si fanno sentire gli anni di fermo : L’ossidazione in certi punti ha raggiunto anche gli zoccoli delle finali . Non sono cose drammatiche…Molti apparecchi con 45 anni presentano bene o male queste problematiche .

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Principio di funzionamento:

 

Prenderò come riferimento lo schema dello Steelphon Pioneer (Trovato in rete e ridisegnato da un certo sig. Valmer che ringrazio per il suo lavoro) essendo grossomodo identico allo Steelphon Phantom eccezion fatta per alcuni particolari minori.

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I doppi (2+2 parelleli) canali d’ingresso fanno capo ad altrettanti identici stadi di segnale ,completi del controllo bassi/acuti/bright (Quest’ultimo ne esalta l’estremo acuto del segnale)  costruiti attorno a due triodi ECC83 . Sotto una delle due schede prima e dopo la cura

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L’uscita della coppia di preampli fa poi capo rispettivamente : Per il –channel1- Al riverbero con la possibilità di esclusione tramite un deviatore bypass per avere una sorta di canale prioritario. Per il –channel 2- : Al circuito distorsore (BEND) disinseribile anche qui mediante un deviatore . La differenza rispetto al canale prioritario  consiste nell’essere vincolato  al riverbero / vibrato in maniera permanente ; Infatti solo l’attenuazione del relativo potenziometro esclude totalmente gli effetti . Le uscite di questi stadi , (Riverbero + vibrato e distorsore) fanno finalmente il loro ingresso  nell’amplificatore finale ; Qui un quartetto di EL 84 pilotate dal driver/sfasatore ECC81 su schema Williamson, riversa oltre 30 watt nominali nel trasformatore d’uscita .

 


Il riverbero / vibrato : Come funziona…..

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E’ impiegata una unità a molle costruita dalla statunitense Hammond . Sfrutta il principio della trasmissione meccanico-sonora prodotta da due avvolgimenti (Uno trasmittente e uno ricevente) correlati l’uno all’altro per l’appunto da lunghe molle .

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L’avvolgimento trasmettitore è pilotato da uno stadio di “potenza” basato sul triodo-pentodo ECL86 . Una volta applicato il segnale , il trasduttore  mette in risonanza le molle presenti al suo capo.

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Questa risonanza viene  captata dall’avvolgimento “ricevente” e tal segnale viene amplificato da una ECC83. A mezzo di un potenziometro si dosa l’applicazione sul segnale esistente creando quindi un eco/riverbero nel suono originario.

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A costola vi è il “vibrato” . Questo effetto -per i non addetti ai lavori- è una funzione di attenuazione/esaltazione periodica dell’ampiezza nel segnale . Si ottiene variando il guadagno di uno stadio amplificatore tramite una fotoresistenza (LDR) ed una lampadina in una camera oscura . La lampadina viene pilotata da un oscillatore che cadenzia più o meno velocemente il suo lampeggiare . l’LDR  di conseguenza varia la sua resistenza interna su questo andamento , modulando l’anello di guadagno . L’intervento del vibrato può essere  gestito in remoto con un pedale .

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Un paio di controlli passivi definiscono la velocità e la profondità del segnale modulato .


Il “distorsore” :

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Due diodi, uno per semionda , tosano brutalmente il segnale  nella maglia amplificatrice della ECC83 donando un suono “saturato”.  Una serie di filtri passa alto provvedono a rendere più marcato l’effetto .La scheda “BEND”  condivide l’amplificazione del riverbero…Qua sopra la potete osservare nel bel mezzo del “refurbishment”

 


Cosa e come ripristinare:

 

La dovuta raccomandazione :

I valvolari hanno tensioni interne molto elevate (>450 volt) potenzialmente letali per animali e persone. In ragione di ciò modifiche ,riparazioni,controlli e quanto di altro devono essere messi in pratica solo da chi ha una solida conoscenza dell’argomento.

Siate sempre obiettivi verso Voi stessi prima di procedere…

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In via preliminare si controlleranno nello Steelphon Phantom tutte le valvole (a mezzo provavalvole) annotando le varie posizioni delle medesime , soprattutto delle finali.

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Seconda operazione: il controllo dei due trasformatori .In quello di alimentazione si  verificano le tensioni presenti ai secondari ( 300  volt anodica  – 40 volt bias – 6,5 volt per i filamenti).

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Per tutti questi valori osservare un 10-15% di scarto ± rispetto allo schema è cosa normale. A riguardo ,sul trafo d’uscita si verificano le impedenze primario/secondario mediante un multimetro ( 5+5 Kohm sull’avvolgimento primario – 6 ohm sul secondario … circa) .

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Avendo la certezza di funzionamento nei trasformatori è lecito procedere oltre. Si inizia a verificare (ed eventualmente sostituire) i condensatori elettrolitici stanchi , estendendo il controllo anche a tutte le capacità ceramiche o poly-ceramiche  . Il rimpiazzo con equivalenti in poliestere è doveroso se ambite ad avere una testata performante e affidabile!

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Per gli elettrolitici solo marche note …Elna, Nippon Chemicon, Rubycon, Sanyo!

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Per quello che riguarda l’alimentatore è conveniente sostituire i 4 diodi “anodici” con un ponte per meglio sopperire al numero di condensatori da caricare.

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Stessa sorte per il diodo adibito al bias delle le finali….un moderno 1N4007 con un piccolo condensatore in parallelo (Atto a smorzare le commutazioni) sarà garanzia di una tensione negativa stabile .

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Nello schema avrete notato che i voltaggi riguardanti le varie schede vengono ricavati in cascata da un certo numero di pi-greco resistivi. Verificate quindi che tali resistori siano in buona efficienza . Utile prevedere l’aumento  dello scambio convettivo di quelle soggette a maggior dissipazione…

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Le quattro capacità anodiche di livello  dovranno avere tensione nominale di 400 volt . Si parla invece di 500Volt nominali per il condensatore a valle del ponte raddrizzatore : Quando l’apparecchio è in stand-by , risulta essere l’unico sempre interessato dalla tensione anodica e si becca circa 460 volt a vuoto. L’utilizzo di due capacità in parallelo da 250 volt lavoro ,abbinate ad altrettanti resistori di bilanciamento risulta la soluzione più idonea  nel primo grossolano livellamento…Ricordatevi sempre che in serie le capacità  si dimezzano !!

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Il condensatore al poliestere in parallelo al secondario dovrà avere valore di 0.33uF e almeno 630volt lavoro,il suo scopo è sopprimere i residui transienti e commutazioni provenienti dalla linea elettrica.

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Merita una verifica funzionale  anche  il “fotocoupler” del riverbero/vibrato .  Una tensione di circa 65/70 volt continui deve far accendere brillantemente il bulbetto al neon senza incertezze.

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Appurato il  funzionamento si ripristina la schermatura della camera oscura . A questo punto è doveroso  spendere un paio di parole sui reostati  / trimmer : Se in buone condizioni (Non ossidati o rovinati) lasciateli in loco pulendoli solo con del pulisci-contatti in unione ad una soffiata d’aria compressa .

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Sono elementi oggi di scarsa reperibilità , per valore resistivo e per potenza dissipata  .Quelli presenti sopportano 2,5 watt e sono in filo  avvolto … Un trimmer in cermet sopporta al massimo ½ watt e le conseguenze si immaginano . Se fossero compromessi cercate di trovarne altrettanti similari estendendo le ricerche ai rari ex-riparatori TV in zona . Nei vecchi tv a tubo erano spesso impiegati nella deflessione

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Terminato il controllo delle varie schede si passa ai potenziometri e ai jack d’ingresso . Disossidate e ripristinate i primi … Qualora le condizioni non permettano un decoroso ripristino , procedete con i componenti nuovi !

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Concludo con la sospensione a molla del riverbero. Bisogna accertarsi esse siano in buone condizioni e non snervate : Hanno una funzione antagonista e soprattutto disaccoppiano dai rumori captati che innescherebbero effetti larsen.

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Consigliabile fissare i cavetti  dell’unità Hammond, per evitare che alcune vibrazioni possano invalidare le saldature nei collegamenti.

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Upgrade consigliati :

 

Gli zoccoli Noval  sono i primi componenti che possono creare falsi contatti. Nel caso siano snervati dal tempo o dal calore vanno sostituiti con altrettanti di qualità ,possibilmente NOS .La foto sottostante rende l’idea qualitativa tra uno fatto bene e uno di frettolosa produzione odierna cinese (a destra).

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Spendere due soldi in più per zoccoli Amphenol  è sempre garanzia di un buon investimento . Nelle foto a venire potete apprezzare  l’invalidazione di alcuni punti di saldatura freddi .

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Sopra si può apprezza  il “prima” …. E sotto : il “dopo

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Anche se appare blasfemo , consiglio la sostituzione nello Steelphon Phantom delle lampadine con altrettanti diodi led .

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Questo perchè sono insensibili a colpi e/o forti vibrazioni , non scaldano e durano quanto -se non più- della vita di un comune mortale …

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Nell’esemplare ho approntato due piccoli circuiti stampati per accoglierli e alimentarli correttamente

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Quello blu (illuminante la scritta Phantom nel plexi) deve essere comandato dall’interruttore  “stand-by”. Spegnendosi di conseguenza quando l’amplificatore è in “riposo-attesa”.

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Per diffondere la luce nella serigrafia senza creare “spot” conviene applicare nel retro un paio di strisce di nastro “Scotch Magic” .

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A riguardo del fissaggio schede nello chassis : E’  bene abbiano un minimo di disaccoppiamento meccanico dal telaio . A tal proposito gli ingegneri della Steelphon avevano previsto all’epoca delle funzionali boccole di gomma , ma la mutua azione del tempo e del calore le fa seccare e vanno quindi sostituite.

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Le schede devono risultare fisse ma allo stesso tempo devono conservare una certa “mobilità”…Per questo compromesso si stringono a mano i bulloni M3 trovando il “punto” giusto e poi  si fissa il tutto con una goccia di frena-filetti.

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Proteggere col nastro in alluminio i condensatori dalle fonti di calore è una attenzione necessaria dato che le finali scaldano parecchio.

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Dotate il  “Fantasma” di un buon cavo (3 x 1,5 mmq)  con una buona presa di terra sullo chassis . Le valvole finali ,se necessario sostituirle devono possedere il criterio four matched” nei valori di trasconduttanza. La corrente di riposo si regola nella scheda di alimentazione , in -25Volt (Corrispondente ad una corrente di circa 50/55 mA a riposo) . Oltre a lei , è utile bilanciare equamente la polarizzazione sul push-pull nella misura di : ± 12,5 volt per ramo . Nel corso dei primi 6-8 mesi  tali valori andranno poi ri-verificati.

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Dotare lo chassis di etichette recanti la disposizione di valvole e comandi è sempre una buona prassi : Un pò per se stessi …e per chi un domani sarà chiamato alla futura manutenzione .

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Mobile e varie….

 

Come buona abitudine del passato , il mobile è in vero legno rivestito esternamente di Tolex nero .

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Merita attenzione la fresatura che ospita il plexi frontale, la quale dovrà risultare integra per un efficace trattenuta del medesimo .

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Se tutto ok si procede all’introduzione dello chassis nel mobile.

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Quattro viti M5 alla base assicurano il telaio saldamente al cabinet. Scegliete l’inox per questo ruolo

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Manopole e pulsanti vengono ricollocati (Dopo opportuna pulizia) sui rispettivi alberini rispettando gli zeri dei potenziometri .

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Mancavano due dei quattro pulsanti….Prontamente ricostruiti dal pieno partendo da un tondino di allumino !

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Giunti alla fine lascio a Voi scoprire come suona , vi posso  garantire tuttavia lo stupore che proverete nel metterlo sotto torchio !

 

Un caro saluto

 

Andrea Moltisuoni

 


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2 thoughts on “Steelphon Phantom”

  1. Salve.
    Mi chiamo Manuel.
    Posseggo una testata simile che vorrei restaurare (Steelphon mod “Gloster”) che in realtà esteticamente sembra identica.
    Premetto: non sono un tecnico, quindi ho vaga conoscenza di circuiti elettrici e affini, quindi in caso affiderei il lavoro ad un tecnico specializzato.
    Vorrei sapere se possibile quanto è costato il restauro.
    La testata in mio possesso è funzionante ma ha probabilmente bisogno di valvole nuove ( dopo un po’ perde vistosamente volume), il vibrato non funziona e ha in generale bisogno di una riplulita per via di rumoracci vari.
    I ricambi sono in caso facilmente reperibili?

    Grazie mille per l’attenzione.

    saluti
    -M

    1. Il costo di un ripristino è assai variabile , in relazione al numero di componenti sostituiti e al tempo necessario per pulizie, tarature, prove etc etc ,quindi dire una cifra è difficile

      In linea di massima un “restauro” come si deve può oscillare tra i 200 e i 600 euro se eseguito da un tecnico qualificato in relazione a quanto detto sopra.

      Il Gloster è del tutto identico al Phantom eccezion fatta per particolari minori…..il fatto che perda volume dopo un relativo tempo di utilizzo non è sempre imputabile a valvole esaurite , anzi , è molto più probabile si tratti di componenti in perdita (condensatori) o di problemi sull’alimentazione o altro ancora.

      Il vibrato , funziona solo se è presente nel posteriore il “tappo” di chiusura (nel mio articolo è uno spinotto di colore grigio) che chiude appunto sul circuito del vibrato (era previsto dalla steelphon un comando a pedale remoto , se quest’ultimo non viene utilizzato ,va impiegato uno spinotto che cortocircuita i due terminali)

      I ricambi sono reperibilissimi, valvole comprese….

      Buona serata!

      Andrea

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