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Steelphon Phantom

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Ritorniamo a parlare di valvole con lo Steelphon Phantom! Una testata realizzata in Italia dall’ingegner Ferrarotti , prodotto maturo con carattere distintive e prerogative tali da non renderla obsoleta nella distanza di 45 anni dal debutto .

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Un mio caro amico è riuscito a rintracciarne uno Steelphon Phantom fermo da almeno 20/25 anni in qualche scantinato genovese . La mossa  era capire in che condizioni versasse . Ci vediamo quindi un pomeriggio di questo febbraio e me lo porto a casa!

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Il Phantom è una “testata” tutta valvolare , dotata  di :  Riverbero , vibrato e distorsore. Possiede due coppie di canali di cui uno prioritario (Channel 1) in termini di pulizia sonora . Il cuore dello stadio finale fa cardine su un brioso quartetto di  EL84 in push pull parallelo , per una potenza nominale di oltre 30 Watt

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Qui nella loro livrea fresca di letargo! Al suo interno ogni stadio è a sè stante , cablato manualmente utilizzando già cavi di qualità (in silicone) . Il notevole peso da oltre 13kg  rende giustizia alla  qualità costruttiva, specialmente per quanto concerne il dimensionamento dei trasformatori

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E’ corretto valutare lo Steelphon Phantom  come alternativa abbordabile ai mostri sacri statunitensi, quindi con un occhio alla qualità e sempre uno al portafogli in piena austerity anni ’70  . Ma nonostante i compromessi ha parecchia stoffa da vendere  …..

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I condensatori di filtro sono in perdità ( I Facon non si smentiscono mai) mentre nel fondo dell’apparecchio si fanno sentire gli anni di fermo : L’ossidazione in certi punti ha raggiunto anche gli zoccoli delle finali . Non sono cose drammatiche…Molti apparecchi con 45 anni presentano bene o male queste problematiche .

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Principio di funzionamento:

 

Prenderò come riferimento lo schema dello Steelphon Pioneer (Trovato in rete e ridisegnato da un certo sig. Valmer che ringrazio per il suo lavoro) essendo grossomodo identico allo Steelphon Phantom eccezion fatta per alcuni particolari minori.

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I doppi (2+2 parelleli) canali d’ingresso fanno capo ad altrettanti identici stadi di segnale ,completi del controllo bassi/acuti/bright (Quest’ultimo ne esalta l’estremo acuto del segnale)  costruiti attorno a due triodi ECC83 . Sotto una delle due schede prima e dopo la cura

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L’uscita della coppia di preampli fa poi capo rispettivamente : Per il –channel1- Al riverbero con la possibilità di esclusione tramite un deviatore bypass per avere una sorta di canale prioritario. Per il –channel 2- : Al circuito distorsore (BEND) disinseribile anche qui mediante un deviatore . La differenza rispetto al canale prioritario  consiste nell’essere vincolato  al riverbero / vibrato in maniera permanente ; Infatti solo l’attenuazione del relativo potenziometro esclude totalmente gli effetti . Le uscite di questi stadi , (Riverbero + vibrato e distorsore) fanno finalmente il loro ingresso  nell’amplificatore finale ; Qui un quartetto di EL 84 pilotate dal driver/sfasatore ECC81 su schema Williamson, riversa oltre 30 watt nominali nel trasformatore d’uscita .

 


Il riverbero / vibrato : Come funziona…..

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E’ impiegata una unità a molle costruita dalla statunitense Hammond . Sfrutta il principio della trasmissione meccanico-sonora prodotta da due avvolgimenti (Uno trasmittente e uno ricevente) correlati l’uno all’altro per l’appunto da lunghe molle .

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L’avvolgimento trasmettitore è pilotato da uno stadio di “potenza” basato sul triodo-pentodo ECL86 . Una volta applicato il segnale , il trasduttore  mette in risonanza le molle presenti al suo capo.

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Questa risonanza viene  captata dall’avvolgimento “ricevente” e tal segnale viene amplificato da una ECC83. A mezzo di un potenziometro si dosa l’applicazione sul segnale esistente creando quindi un eco/riverbero nel suono originario.

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A costola vi è il “vibrato” . Questo effetto -per i non addetti ai lavori- è una funzione di attenuazione/esaltazione periodica dell’ampiezza nel segnale . Si ottiene variando il guadagno di uno stadio amplificatore tramite una fotoresistenza (LDR) ed una lampadina in una camera oscura . La lampadina viene pilotata da un oscillatore che cadenzia più o meno velocemente il suo lampeggiare . l’LDR  di conseguenza varia la sua resistenza interna su questo andamento , modulando l’anello di guadagno . L’intervento del vibrato può essere  gestito in remoto con un pedale .

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Un paio di controlli passivi definiscono la velocità e la profondità del segnale modulato .


Il “distorsore” :

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Due diodi, uno per semionda , tosano brutalmente il segnale  nella maglia amplificatrice della ECC83 donando un suono “saturato”.  Una serie di filtri passa alto provvedono a rendere più marcato l’effetto .La scheda “BEND”  condivide l’amplificazione del riverbero…Qua sopra la potete osservare nel bel mezzo del “refurbishment”

 


Cosa e come ripristinare:

 

La dovuta raccomandazione :

I valvolari hanno tensioni interne molto elevate (>450 volt) potenzialmente letali per animali e persone. In ragione di ciò modifiche ,riparazioni,controlli e quanto di altro devono essere messi in pratica solo da chi ha una solida conoscenza dell’argomento.

Siate sempre obiettivi verso Voi stessi prima di procedere…

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In via preliminare si controlleranno nello Steelphon Phantom tutte le valvole (a mezzo provavalvole) annotando le varie posizioni delle medesime , soprattutto delle finali.

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Seconda operazione: il controllo dei due trasformatori .In quello di alimentazione si  verificano le tensioni presenti ai secondari ( 300  volt anodica  – 40 volt bias – 6,5 volt per i filamenti).

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Per tutti questi valori osservare un 10-15% di scarto ± rispetto allo schema è cosa normale. A riguardo ,sul trafo d’uscita si verificano le impedenze primario/secondario mediante un multimetro ( 5+5 Kohm sull’avvolgimento primario – 6 ohm sul secondario … circa) .

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Avendo la certezza di funzionamento nei trasformatori è lecito procedere oltre. Si inizia a verificare (ed eventualmente sostituire) i condensatori elettrolitici stanchi , estendendo il controllo anche a tutte le capacità ceramiche o poly-ceramiche  . Il rimpiazzo con equivalenti in poliestere è doveroso se ambite ad avere una testata performante e affidabile!

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Per gli elettrolitici solo marche note …Elna, Nippon Chemicon, Rubycon, Sanyo!

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Per quello che riguarda l’alimentatore è conveniente sostituire i 4 diodi “anodici” con un ponte per meglio sopperire al numero di condensatori da caricare.

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Stessa sorte per il diodo adibito al bias delle le finali….un moderno 1N4007 con un piccolo condensatore in parallelo (Atto a smorzare le commutazioni) sarà garanzia di una tensione negativa stabile .

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Nello schema avrete notato che i voltaggi riguardanti le varie schede vengono ricavati in cascata da un certo numero di pi-greco resistivi. Verificate quindi che tali resistori siano in buona efficienza . Utile prevedere l’aumento  dello scambio convettivo di quelle soggette a maggior dissipazione…

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Le quattro capacità anodiche di livello  dovranno avere tensione nominale di 400 volt . Si parla invece di 500Volt nominali per il condensatore a valle del ponte raddrizzatore : Quando l’apparecchio è in stand-by , risulta essere l’unico sempre interessato dalla tensione anodica e si becca circa 460 volt a vuoto. L’utilizzo di due capacità in parallelo da 250 volt lavoro ,abbinate ad altrettanti resistori di bilanciamento risulta la soluzione più idonea  nel primo grossolano livellamento…Ricordatevi sempre che in serie le capacità  si dimezzano !!

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Il condensatore al poliestere in parallelo al secondario dovrà avere valore di 0.33uF e almeno 630volt lavoro,il suo scopo è sopprimere i residui transienti e commutazioni provenienti dalla linea elettrica.

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Merita una verifica funzionale  anche  il “fotocoupler” del riverbero/vibrato .  Una tensione di circa 65/70 volt continui deve far accendere brillantemente il bulbetto al neon senza incertezze.

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Appurato il  funzionamento si ripristina la schermatura della camera oscura . A questo punto è doveroso  spendere un paio di parole sui reostati  / trimmer : Se in buone condizioni (Non ossidati o rovinati) lasciateli in loco pulendoli solo con del pulisci-contatti in unione ad una soffiata d’aria compressa .

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Sono elementi oggi di scarsa reperibilità , per valore resistivo e per potenza dissipata  .Quelli presenti sopportano 2,5 watt e sono in filo  avvolto … Un trimmer in cermet sopporta al massimo ½ watt e le conseguenze si immaginano . Se fossero compromessi cercate di trovarne altrettanti similari estendendo le ricerche ai rari ex-riparatori TV in zona . Nei vecchi tv a tubo erano spesso impiegati nella deflessione

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Terminato il controllo delle varie schede si passa ai potenziometri e ai jack d’ingresso . Disossidate e ripristinate i primi … Qualora le condizioni non permettano un decoroso ripristino , procedete con i componenti nuovi !

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Concludo con la sospensione a molla del riverbero. Bisogna accertarsi esse siano in buone condizioni e non snervate : Hanno una funzione antagonista e soprattutto disaccoppiano dai rumori captati che innescherebbero effetti larsen.

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Consigliabile fissare i cavetti  dell’unità Hammond, per evitare che alcune vibrazioni possano invalidare le saldature nei collegamenti.

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Upgrade consigliati :

 

Gli zoccoli Noval  sono i primi componenti che possono creare falsi contatti. Nel caso siano snervati dal tempo o dal calore vanno sostituiti con altrettanti di qualità ,possibilmente NOS .La foto sottostante rende l’idea qualitativa tra uno fatto bene e uno di frettolosa produzione odierna cinese (a destra).

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Spendere due soldi in più per zoccoli Amphenol  è sempre garanzia di un buon investimento . Nelle foto a venire potete apprezzare  l’invalidazione di alcuni punti di saldatura freddi .

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Sopra si può apprezza  il “prima” …. E sotto : il “dopo

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Anche se appare blasfemo , consiglio la sostituzione nello Steelphon Phantom delle lampadine con altrettanti diodi led .

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Questo perchè sono insensibili a colpi e/o forti vibrazioni , non scaldano e durano quanto -se non più- della vita di un comune mortale …

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Nell’esemplare ho approntato due piccoli circuiti stampati per accoglierli e alimentarli correttamente

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Quello blu (illuminante la scritta Phantom nel plexi) deve essere comandato dall’interruttore  “stand-by”. Spegnendosi di conseguenza quando l’amplificatore è in “riposo-attesa”.

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Per diffondere la luce nella serigrafia senza creare “spot” conviene applicare nel retro un paio di strisce di nastro “Scotch Magic” .

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A riguardo del fissaggio schede nello chassis : E’  bene abbiano un minimo di disaccoppiamento meccanico dal telaio . A tal proposito gli ingegneri della Steelphon avevano previsto all’epoca delle funzionali boccole di gomma , ma la mutua azione del tempo e del calore le fa seccare e vanno quindi sostituite.

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Le schede devono risultare fisse ma allo stesso tempo devono conservare una certa “mobilità”…Per questo compromesso si stringono a mano i bulloni M3 trovando il “punto” giusto e poi  si fissa il tutto con una goccia di frena-filetti.

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Proteggere col nastro in alluminio i condensatori dalle fonti di calore è una attenzione necessaria dato che le finali scaldano parecchio.

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Dotate il  “Fantasma” di un buon cavo (3 x 1,5 mmq)  con una buona presa di terra sullo chassis . Le valvole finali ,se necessario sostituirle devono possedere il criterio four matched” nei valori di trasconduttanza. La corrente di riposo si regola nella scheda di alimentazione , in -25Volt (Corrispondente ad una corrente di circa 50/55 mA a riposo) . Oltre a lei , è utile bilanciare equamente la polarizzazione sul push-pull nella misura di : ± 12,5 volt per ramo . Nel corso dei primi 6-8 mesi  tali valori andranno poi ri-verificati.

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Dotare lo chassis di etichette recanti la disposizione di valvole e comandi è sempre una buona prassi : Un pò per se stessi …e per chi un domani sarà chiamato alla futura manutenzione .

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Mobile e varie….

 

Come buona abitudine del passato , il mobile è in vero legno rivestito esternamente di Tolex nero .

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Merita attenzione la fresatura che ospita il plexi frontale, la quale dovrà risultare integra per un efficace trattenuta del medesimo .

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Se tutto ok si procede all’introduzione dello chassis nel mobile.

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Quattro viti M5 alla base assicurano il telaio saldamente al cabinet. Scegliete l’inox per questo ruolo

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Manopole e pulsanti vengono ricollocati (Dopo opportuna pulizia) sui rispettivi alberini rispettando gli zeri dei potenziometri .

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Mancavano due dei quattro pulsanti….Prontamente ricostruiti dal pieno partendo da un tondino di allumino !

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Giunti alla fine lascio a Voi scoprire come suona , vi posso  garantire tuttavia lo stupore che proverete nel metterlo sotto torchio !

 

Un caro saluto

 

Andrea Moltisuoni

 


Link per saperne di più:

 

 

 


 

NOTA BENE:

I TESTI e LE FOTO PRESENTI SUL SITO SONO PROPRIETA’ INTELLETTUALE RISERVATA … Ogni utilizzo a sproposito sarà perseguibile secondo legislatura vigente.

 


 

Disclaimer: Questo blog non rappresenta una testata giornalistica e viene aggiornato senza periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge N°62 del 07/03/2001. Alcune immagini sono tratte da internet : Se il loro uso violasse i diritti d’autore, lo si comunichi all’autore del blog che provvederà alla loro rimozione. L’autore dichiara di non essere responsabile dei commenti lasciati nei post. I commenti sono generalmente sottoposti a moderazione.

Shell e Testine : Il loro giusto collegamento!

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Un brevissimo “Express Cut” sul collegamento di Shell  con standard SME, verso i fonorivelatori con l’aggiunta di qualche consiglio per una buona resa . Lo spunto di questo post è il regolare afflusso di domande da parte di molte persone che , alle prese col proprio giradischi non trova riscontro su come collegare la testina quando lo Shell è privo dei cavetti d’origine.

 

1 – Collegamenti visti dallo Shell

Moltisuoni - Shell Technics

Questo qui sopra è quanto vi appare in sostanza alla vista quando guardate lo Shell “SME”  dal davanti .

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Questo che vedete , è lo schema delle connessioni che devono assumere i jumper tra shell portatestina e testina . Ponete attenzione ai pin sullo Shell ,che siano scevri da ossidazione e patine in genere: Il segnale in ballo è nell’ordine dei millivolt ,quindi suscettibile di alterazioni , rumori o falsi contatti se le connessioni non sono più che “pulite” . Provvedete al ripristino prima di montare la testina nel caso!

 

2 – Connessioni Testina

A seconda del costruttore , sarà possibile generalmente incontrare due “famiglie” di connessioni : Per colori o per lettere abbreviate ( LS – LG – RS – RG)

2.1 – Connessioni testina per colore

Moltisuoni - ADC

Sui colori ci sono poche parole da spendere : Si seguono parimenti i colori dei jumper abbinandoli ai pallini colorati presenti sulla testina . Nella foto una ADC  con cavetti troppo lunghi . Si nota il groviglio …. Una situazione se possibile da evitare !!

 

2.2 – Connessione testina per lettere abbreviate

Moltisuoni - Shure M75

Anche stavolta di difficile …. Basta tenere a mente il presente schemino qui sotto che svela il significato delle lettere alle quali si dovrà fare riferimento con i colori dei cavetti .

L -oppure- LS  (Left – Left Signal) = Segnale canale sinistro (Bianco)

LG – (Left Ground)  = Massa segnale canale sinistro

R -oppure- RS  (Right – Right Signal) = Segnale canale destro

RG – (Right Ground)  = Massa segnale destro

 

Malizie e curiosità

A volte  è possibile osservare la presenza di una piazzola la quale scherma alcune parti interne della testina , di norma più sensibili. Impiegando Jumper di buona qualità e lunghezza corretta non avrete mai problemi di sorta legati ai rumori captati . Se capita un forte ronzio di alternata quando riproducete un disco , dubitate del collegamento a massa nello shell rispetto al braccio (Cosa abbastanza usuale nei Thorens) o di entrambi non correttamente collegati alla massa dell’amplificatore : Se toccando con le dita il braccio o il portatestina , “modulate” il ronzio di alternata siete davanti a questa casistica .

 

3 – Casi particolari di Shell fuori standard “SME”

Shell Garrard - moltisuoni

L’argomento è per dare una dritta a chi si trova per le mani un giradischi con shell proprietario . Generalmente tipico dei britannici Garrard e BSR , e anche in qualche caso di  Philips . Nella foto sopra, a seconda del modello  , le connessioni cambiavano! Per venirne a capo , il mio consiglio è quello di “battere” con un tester i fili tra RCA e Shell … Individuando le giuste connessioni per sequenza logica . Fate sempre uno schemino per i riferimenti futuri!

Giradischi BSR - Moltisuoni

Termino  con un link ad un ottimo articolo redatto da Suono (FdS)  su come procedere alla -messa in opera- della testina e braccio, necessario per eseguire un corretto set-up del vostro giradischi e godervi i Vostri cari ed amati dischi!

 

Un caro saluto !!!

 

Andrea Moltisuoni

 

NOTA BENE:

I TESTI e LE FOTO PRESENTI SUL SITO SONO PROPRIETA’ INTELLETTUALE RISERVATA … Ogni utilizzo a sproposito sarà perseguibile secondo legislatura vigente.

 

Link per saperne di più sull’argomento:

 

http://www.atelierdelsuono.it/Suono/suo392_bracci.pdf

https://it.wikipedia.org/wiki/Giradischi

 

 

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Halloween 2015

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In trepida attesa del Grande Cocomero…….Buon Halloween 2015 a tutti,grandi e piccini!!!!

 

 

Per saperne di più sulla radio….. e non :

 

http://www.radiomuseum.org/r/aeg_bimby_61.html

https://it.wikipedia.org/wiki/Il_Grande_Cocomero

https://it.wikipedia.org/wiki/Halloween

 

 

http://www.radiomuseum.org/r/aeg_bimby_61.html

 

 

 

 

Williamson AIE 2000

Williamson AIE 2000 - Moltisuoni 59

Chi non ha mai ascoltato musica all’aperto!!! Credo e penso quasi tutti almeno una volta nella vita , e molto probabilmente giusto con un radioregistratore! Dunque quale meglio contesto per presentare questo Williamson AIE2000?  Un boombox sicuramente atipico per tipologia di progetto!

Boombox moltisuoni

 


 Boombox o Ghettoblaster ?

 

Una piena involuzione ( Al pari di quanto accadde nel mondo delle autoradio ) colpì questa frangia merceologica, facendo sì che il semplice radioregistratore mono di bassa qualità , incominciasse ad avere caratteristiche sempre più allineate a quelle di Hi-Fi . Tecnici e ingegneri si impegnarono a migliorarli sino al punto di compromesso tra un portatile e un vero impianto Hi-Fi  . La moda prese campo verso il finire dei ’70 e il massimo splendore lo si  osserva verso la metà degli ’80 supportati dalla Breakdance che si diffuse a livello planetario , diventando lo status symbol di una generazione !

Sony Boombox APM - moltisuoni

Sharp , Hitachi , Sanyo, JVC , Philips , Sony e molte altre ambirono al podio di miglior radioregistratore sul mercato , proponendo soluzioni raffinate e complesse (Il Sony CFS 9000 qua sopra ne è un esempio). Erano proposti con un impegno economico non del tutto trascurabile per l’epoca.

mars jr 600 - moltisuoni

Prerogative dei radioregistratori “big size” doveva essere : Avere altoparlanti a due o più vie di generoso diametro (130 o 160mm) con finali dai 5 Watt a canale in su! Radio a 4 gamme d’onda, controlli di tono e sezione cassette con possibilità di registrazione su nastri Cr02/Metal. Le scale parlanti dovevano essere illuminate e comprensive di Vu-Meter a lancette oppure a led!

nordmende globecorder - moltisuoni

Le dimensioni di tali radioregistratori erano imponenti (Mediamente dai 30 ai 50 cm di larghezza)….Come imponenti erano il numero di batterie torcia “D” necessarie al loro funzionamento lontani dalla rete. Quasi tutti i boombox, lavorano a regime con tensioni comprese tra 9 e 15 volt ; Tale tensione è dovuta alla presenza dei finali audio impiegati di solito nelle autoradio. E’ abbastanza usuale infatti trovare una presa a 12 volt per alimentare il boombox tramite la batteria di una auto.

pioneer boombox- moltisuoni

Dopo quasi 30 anni , il rincalco sulle scene di tali elettroniche è dovuto principalmente ad una cultura Hip-Hop (Prodromo,anche se di genere musicale differente , un famoso video di Madonna del 2005 che la ritraeva assieme ad un famoso “Vela Disco-lite”

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Considerate  che tutti questi radioregistratori portatili hanno nel 99% dei casi un ingresso AUX che permette la connessione di elettroniche moderne quali Ipod ,telefonini et similia

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 Il Williamson AIE 2000

 

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Il Williamson AIE 2000 Enviro Stereo, non è noto ai più, principalmente per la marca sconosciuta . Veniva prodotto dalla Emperor inc. di Hong Kong ,ditta che all’epoca commercializzava elettroniche consumer sia col proprio nome sia , sotto diversa marca (Williamson , Aitron etc etc) .

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Spicca tuttavia il fatto impieghi  ben 7 altoparlanti : 2 Full-range frontali da 13cm ; 2 Tweeter da 5cm ; 2 Squawker ellittici laterali da 7x4cm e infine un succulento Woofer da 23x16cm montato sul pannello posteriore.

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Viene difficile pensare di farceli stare tutti in un unico apparecchio!  Notate inoltre la marca dei medesimi: Hokutone! … Se non vi suonasse famigliare il nome ,tanto vi basti pensare che sono ottimi altoparlanti di fattura al pari di Foster, Diatone, JRC et similia .

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Per pilotare agevolmente sette altoparlanti si è scelto l’uso di tre amplificatori TA7205AP ( Quasi 6 Watt @ 13.2 Volt)

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Due dedicati all’amplificazione dei canali destro/sinistro ,e uno dedicato solo al Woofer .

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La dotazione del Williamson AIE 2000 viaggia al pari della concorrenza,pertanto troviamo una sezione tuner a 6 gamme d’onda con AFC, cassette con possibilità di utilizzare nastri Ferro/Cromo e vu-meter per monitorare i livelli di segnale + batteria!

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Il controllo di tono mostra una particolarità : Il controllo acuti ha potenziometro doppio e il controllo di Bassi invece no….

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Il motivo è presto svelato : il controllo di tonalità è stato concepito con ragionamenti totalmente differenti dagli schemi tipici e si avvicina al princìpio di un cross-over : Il controllo -acuti-  è un filtro che attenua o enfatizza in una certa misura la gamma medio-acuta del programma musicale sugli altoparlanti principali ,mentre controllo -bassi-  varia l’ampiezza del segnale che giunge al finale del woofer . Qua sotto trovate uno schemino semplificato a mano libera relativo alla circuitazione accennata che meglio spiega il funzionamento.

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Pregi e Difetti !

 

I Pregi si fanno notare su: Altoparlanti e loro qualità , Suono e singolari scelte circuitali! I difetti : Difficilmente ne troverete uno in efficienza ! Oltre alle consuete cinghie nella sezione “cassette” ,dovrete preventivare un certo numero di condensatori da sostituire!

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Tutti i selettori vanno disossidati dai malfunzionamenti in parte dovuta alla schietta fattura economica dei suddetti

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Va meglio nei potenziometri dove è stato fatto utilizzo di componenti economici Alps.

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Segnalo come vi sia un abbondante cablaggio disordinato rispetto alle altre radio che ho avuto modo di ispezionare nel passato

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Purtroppo non si è fatto  uso di connettori per facilitare la manutenzione, quindi si lavora scomodi. La costruzione nell’insieme è caotica, si possono intravedere parecchi errori di progettazione nel layout dei circuiti stampati , corretti poi in fase di montaggio per non dover rifare i master .

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Una lancia va spezzata in favore di un progetto ambizioso ,che era mirato probabilmente alla competizione con i mostri sacri di allora!

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La robustezza in generale dell’oggetto è comunque apprezzabile  considerando il “gap” di essere costruito a Taiwan In un’epoca dove il loro know-how era ancora agli albori!


 

Upgrade:

 

1) Altoparlanti :

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I 6 altoparlanti dedicati alle frequenze medio acute,vengono filtrati da componenti passivi in serie. Tale filtraggio riguarda i due Tweeter (Foto sotto : Condensatore da 47uF)

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e i due Squawker laterali ( Foto sotto : Condensatore da 10uF).

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Se leggete le capacità penserete ad un errore di trascrizione….No! Nessun errore: I Tweeter sono “tagliati” con 47uF (Strillando fastidiosamente) e i due Squawker invece sono relegati alla riproduzione degli acuti in maniera molto fiacca . L’uso inoltre di normali componenti polarizzati è un’altro aspetto bizzarro! Il suono emesso non è dei più felici come equilibrio. Vanno quindi ridimensionati  i ruoli di lavoro questo modo : 8,2 uF sui tweeter e 68uF per gli ellittici laterali . Le polarità  rimaste come d’origine per favorire una certa “spazialità” del suono giocando sullo sfasamento capacitivo introdotto…Sotto ne avete uno schema.

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2) Motorino cassette:

Williamson AIE 2000 - Moltisuoni 25

E’ uno dei primi modelli a controllo elettronico integrato e patisce parecchio le fluttuazioni di tensione. E’ preceduto quindi da un (brutto e malfatto) regolatore di tensione nel tentativo di migliorarne la sua stabilità . Il passaggio con un elemento di odierna produzione è garanzia di rotazioni accurate anche al variare della tensione d’alimentazione.

Williamson AIE 2000 - Moltisuoni 26

Si omette quindi quell’obbrobrio di regolatore che non ha più utilità!

Williamson AIE 2000 - Moltisuoni 23

Williamson AIE 2000 - Moltisuoni 21

Per tarare la velocità ci si avvale di una cassetta “test tape NAB” in unione ad un frequenzimetro, regolando il trimmer fino a leggere sul display la medesima frequenza registrata sulla cassetta (generalmente 1000Hz)

Williamson AIE 2000 - Moltisuoni 18

Controllate sempre la testina di lettura e registrazione: Con tutta probabilità la troverete al capolinea : Una testina usurata porta sempre alla rovina dei nastri ascoltati . Se è necessaria la sostituzione ,ci sarà poi da tarare l’azimuth (cioè l’allineamento della testina vs nastro) . Per fare questa operazione si possono percorrere diverse strade : La via “empirica” di affidarsi a cassette pre-registrate in fabbrica come riferimento ufficiale di allineamento ; Ruotando la vitina di registro si cercherà semplicemente la posizione dove il suono risulta più nitido e aperto all’orecchio.

Azimuth -Moltisuoni

La seconda opzione ufficiale è quella di utilizzare la solita cassetta “tape test” : Selezionato un segnale di 10-15khz si andrà a trovare la posizione tramite la solita vitina, dove il segnale visto sull’oscilloscopio viene massimizzato. Trovato questo punto , si  blocca con un punto di Loctite tale vitina per evitare essa possa nel tempo allentarsi.

Williamson AIE 2000 - Moltisuoni 20

Pulite sempre il capstan , il pinch roller (e prestate attenzione non sia deformato) , la testina di cancellazione e infine il tendinastro  ubicato tra le due testine , che è responsabile a fine cassetta dell’autostop! Verificate pure che la sezione “trascinamento” (frizioni avvolgitori bobine, idler etc etc) siano in ordine. Le cinghie of course saranno da mettere nuove!

 

3) Alimentatore :

Williamson AIE 2000 - Moltisuoni 33

Sono presenti due elementi da 4700 uF in parallelo. Il semplice upgrade consiste nell’impiegare un solo elemento da 10.000uF 25v disaccoppiato in parallelo con una capacità al poliestere da 0,47uF.

Williamson AIE 2000 - Moltisuoni 32

Cercando al contempo di dare un ordine al caos

Williamson AIE 2000 - Moltisuoni 29

E’ conveniente fissare meccanicamente il condensatore con un goccio di colla a caldo. La tensione ai sui terminali deve dare una lettura di 13,6- 14 Volt con alimentazione di rete ,in caso di letture inferiori, dubitate del ponte di diodi che potrebbe avere un elemento in corto.

 

4)  Vu-Meter e scala parlante :

Williamson AIE 2000 - Moltisuoni 43

Tremenda mancanza del williamson AIE2000 è non avere nessuna sorta di illuminazione.

Williamson AIE 2000 - Moltisuoni 15

Ecco come procedere : Si prendono due led ad alta efficienza collegati in serie con l’aggiunta di una resistenza da  680Ω / 1W. Un led sarà relegato alla illuminazione dei due vu-meter, il secondo invece si occuperà di rendere leggibili al buio i caratteri della scala parlante.

Williamson AIE 2000 - Moltisuoni 16

Williamson AIE 2000 - Moltisuoni 14

Williamson AIE 2000 - Moltisuoni 13

Una sezione del pulsante “check battery” non viene utilizzato,pertanto ciò faciliterà la modifica…..L’alimentazione dei led verrà prelevata direttamente dal condensatore di filtro/disaccoppiamento alimentazione .Per mitigare l’assenza di inerzia viene implementato un elettrolitico da 470uF a valle del resistore per assomigliare nel funzionamento a quello di una lampadina rendendo più verosimile la modifica .

Williamson AIE 2000 - Moltisuoni 60

Per consuetudine la panoramica di tutta la componentistica sostituita! …..

Williamson AIE 2000 - Moltisuoni 2

E alcune foto a restauro concluso

Williamson AIE 2000 - Moltisuoni 106

Williamson AIE 2000 - Moltisuoni 107

Williamson AIE 2000 - Moltisuoni 108

Williamson AIE 2000 - Moltisuoni 104

Gli ingressi servono per collegare : Una sorgente esterna preamplificata (line in-out)  in standard sia DIN che RCA . Una coppia di microfoni esterni e per finire una coppia di RCA per collegare una coppia di altoparlanti esterni lasciando attivo solo il woofer posto sul retro.

Williamson AIE 2000 - Moltisuoni 101

Non resta che l’occasione di ascoltarlo dal vivo!

 

 

Un caro saluto !!!! Andrea Moltisuoni

 


 

NOTA BENE:

 

I TESTI e LE FOTO PRESENTI SUL SITO SONO PROPRIETA’ INTELLETTUALE RISERVATA … Ogni utilizzo a sproposito sarà perseguibile secondo legislatura vigente.

 


Link per sapere di più sull’argomento:

 

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Ghetto_blaster

www.stereo2go.com

www.shizaudio.ru

www.stereo80s.com

 


 

Disclaimer:

 

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica e viene aggiornato senza periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge N°62 del 07/03/2001. Alcune immagini sono tratte da internet: Se il loro uso violasse diritti d’autore, lo si comunichi all’autore del blog che provvederà alla rimozione. L’autore dichiara di non essere responsabile dei commenti lasciati nei post.I commenti sono sottoposti in genere a moderazione!

 

 

Ferragosto 2015

moltisuoni - tromba d'aria genova ferragosto 2015

Tra acquazzoni e grigliate fatte di soppiatto nei momenti di tregua meteo, vi auguro di trascorrere un buon Ferragosto 2015 insieme alle Vostre famiglie. moltisuoni - barbecue

moltisuoni - barbecue 2Coi primi freschi di settembre,complice il rinnovo quasi al termine del mio laboratorio ( Parallelo  purtroppo al volgere verso il termine delle mie ferie 🙁  sight!! ),inizieremo un nuovo percorso ricco di elettroniche e curiosita’ varie dal mondo della riproduzione audio e non….moltisuoni - sony apm woofer

williamson aie 2000 - moltisuoni

 

Un caro saluto ,e ……. buone ferie!!!!!!!

Andrea Moltisuoni

 

Se desiderate maggiori informazioni circa il turbo barbecue visibile nella seconda foto al centro , visitate il seguente link :

http://www.sonofhibachionline.com/

Seppur di ridotte dimensioni riesce a cuocere carne e pesce per un reggimento di persone affamate 🙂

Di seguito alcune dritte per una grigliata doc:

https://it.wikipedia.org/wiki/Grigliata

 

 

 

Saba Digital 9241

Saba Digital 9241 - moltisuoni3

Per un attimo ,con la mente, torniamo al 1976 e immaginiamolo su uno scaffale di un bel negozio di Hi-Fi…Di quelli seri e ben forniti. La sua inconfondibile livrea nera,la doppia scala parlante caldamente retroilluminata,quel mezzo metro scarso di lunghezza per quasi 15kg di peso e la trionfale scritta “Saba Digital 9241”.Un manufatto che trasmette senza bisogno di caratteristiche tecniche alla mano,il senso di imponenza e qualità , con l’occhio giustamente appagato da una sequela ordinata di pulsantini, vu meter e lucine…Insomma una vera  “goloseria” made in Germany per gli occhi degli appassionati.

Saba Digital 9241 - moltisuoni 1

Sicuramente chi all’epoca poteva permettersi la spesa di ben Lire 470.000 -franco consegna-  , se lo poteva portare a casa … Con la certezza di aver ben speso i propri denari sudati!

Saba Digital 9241 - moltisuoni2

Il Saba 9241 fa parte infatti della triade (9240 -9260) relativa ai sintoamplificatori d’alta gamma prodotti dal casato tedesco ed era in competizione coi mostri sacri d’oltreoceano quali fra tanti , Pioneer serie “SX”  e Marantz. Il mastodontico dissipatore posteriore (Che ospita anche tutte le connessioni di ingresso e uscita) dava un’idea della ricchissima riserva di potenza di questo sintoampli…Da ben 120+120 watt musicali su carico 4 Ohm !!!

Saba Digital 9241 - moltisuoni

La nutrita dotazione veniva completata dalla possibilità di collegare un telecomando al 9241 per gestirlo in remoto

Saba9241 - remote - moltisuoni

 

Costruzione e fattura

 

Saba Digital 9241 - moltisuoni 4

Il 9241 ha una costruzione modulare a schede ,le quali a loro volta fanno capo a due grosse piastre madri distinte per AF e BF. Di seguito un po’ di foto relative alle schedine di segnale (Alcune prima e dopo “upgrade” nella componentistica passiva) : Equalizzazione Phono, rilevatore AM, driver strumentini ad ago , per finire con i driver degli stadi finali.

Saba Digital 9241 - mono - moltisuoni

Saba Digital 9241 - treiber - moltisuoni

Saba Digital 9241 - phono refurbished - moltisuoni

Saba Digital 9241 - abstimmung - moltisuoni

Saba Digital 9241 - AM - moltisuoni

E , ça va sans dire , tutti i componenti sono ragionati per essere funzionanti nel lungo termine lavorando ben sopra i loro margini elettrici..Il trasformatore di alimentazione “in primis” fra tutti !!

Saba Digital 9241 - moltisuoni

Le persone che seguirono il progetto di tale sintoamplificatore si dettero come linea guida la possibilità di poterlo riparare un numero pressochè infinito di volte…Il criterio con cui è stato ragionato il layout è talmente lineare che permette  il ripristino anche senza schemi elettrici davanti al naso!  In rete ad ogni modo, si trovano i “service manual” gratuiti (Di cui link a fondo articolo) su cui trarre preziose informazioni al riguardo

Saba Digital 9241 - moltisuoni

Questo che vado a recensire non è di mia proprietà, ma è di un caro amico che s’è l’era preso per se…Purtroppo vuoi per l’eta ,vuoi (diciamocela tutta) per un briciolo di malafede di chi glielo ha venduto -come revisionato-  ha presentato dopo pochi mesi di utilizzo quotidiano,tutta una serie di inconvenienti che di seguito andrò nel dettaglio a descrivere….Segnalo inoltre che le manopole sulla sinistra NON sono le originali dell’apparecchio!

Saba 9241 - Suono 1976 - moltisuoni  

Qua sotto le caratteristiche tecniche..purtroppo in tedesco!

saba9241 caratteristiche elettriche - moltisuoni

Cosa non funzionava?

Il “sinto” si accendeva regolarmente ,ma presentava nel normale utilizzo i seguenti difetti ,alcuni rilevabili solo dopo un pò di attenzione e confidenza verso l’apparecchio….nel dettaglio:

> La sezione “radio” , all’accensione dell’apparecchio viene selezionata di default in priorità rispetto ad altri ingressi…Ma quando si passava per esempio da AUX o Phono e poi si ritornava su “Tuner” ,la sezione sinto rimaneva ammutolita. Bisognava spegnere e riaccendere il tutto per poter continuare ad ascoltare la radio.

> Il circuito di ritardo altoparlanti/protezione attaccava immediatamente all’accensione del Saba e in presenza di CC sugli stadi finali non sganciava i diffusori (Ma che bellezza!)

> Il canale sinistro dell’ingresso Tape 1 (tonband) era muto o meglio vi era un soffio/fruscio

> Il loudness  interveniva solo sul canale sinistro

> I finali del canale destro frusciavano in assenza di segnale,con schiocchi e rumorini vari, non ostante l’amplificazione del segnale audio applicato avvenisse senza particolari squilibri

> Il modulo digitale per la visualizzazione della frequenza emittente sintonizzata ogni tanto e casualmente sfarfallava mostrando sul display numeri a casaccio

Insomma per un apparecchio pagato come -revisionato- direi che c’è ne era fin d’avanzo… sicuramente le condizioni nel tempo non sarebbero migliorate se non si fosse intervenuto per tempo.

 

Interventi correttivi

Partiamo col Loudness … mi piace “vincere facile”   🙂  ! Il controllo fisiologico infatti è realizzato intorno ad un classico potenziometro con prese intermedie e  relativi componenti passivi di equalizzazione come da circuitazione visibile qua sotto tanto da rendere l’idea moltisuoni loudness

Il suo inserimento nella catena audio viene però di fatto “comandato” nel Saba 9241 da una coppia di integrati digitali SD5000N al posto del classico deviatore meccanico, i quali incorporano al loro interno interruttori logici ad alta impedenza con carattere bistabile. Possono quindi essere comandati tramite flip-flop da un pulsante sul frontale dell’apparecchio .

Saba 9241 loudness - moltisuoni

Qui uno dei due   -non mi è chiaro il perchè-   era aperto…Cioè non eseguiva alcuna azione quando sottoposto a livello logico 1. Fortunatamente il rigore dell’ingegneria tedesca dell’epoca aveva previsto per ogni IC uno zoccolo per semplificare alla grande la sostituzione….Nulla da aggiungere,se non la nota dolente che per via della rarità sul mercato  ,quei pochi (esteri) venditori che lo possiedono,se lo fanno pagare in media 15€ cadacranio. Tuttavia o si rinuncia o “nisba”…. Beh in realtà si potrebbe ovviare con dei similari CD 4066 ma il loro rumore di fondo non è dei più bassi,specialmente se utilizzati in una maglia così delicata come il controllo del volume!

Saba Digital 9241 - moltisuoni

La scheda del ritardo/protezione altoparlanti, è formata da 4  transistor: Uno si occupa del ritardo all’accensione (il BC558 presente sulla destra dello schema -T684) ,altri due provvedono invece a rilevare la presenza di CC sulle uscite diffusori (BC558+ BC548+ ponte di quattro diodi 1N4001 sulla sinistra dello schema elettrico)  ,infine, tramite il quarto transistor (BC 635) provvede ad eccitare la bobina di un relè a doppio scambio.

Saba 9241 speaker relay - moltisuoni

Il problema risiedeva (fate riferimento allo schema sopra,componenti cerchiati di rosso) nel BC635 che era in cortocircuito,ciò significava alimentare perennemente la bobina del relay…In verità più tardi scopro che la stessa sorte era prossima al condensatore (al tantalio) da 2,2 uF posto sulla base del BC558…Questa anomalia causava l’insensibilità ad eventuali componenti continue presenti sugli stadi finali in direzione altoparlanti.Due stupidaggini dal costo irrisorio che avrebbero  potuto creare danni molto costosi in caso di avarie allo stadio finale.

saba relais - moltisuoni

Altro problema portato dalla “tecnologia” digitale (che all’epoca faceva tanto futuro se impiegata nelle apparecchiature Hi-Fi)….Il canale sinistro dell’ingresso registratore (tonband 1 ) non era funzionante.  Anche qui seppur in maniera differente rispetto alla circuitazione del loudness poc’anzi trattata, si fa uso di integrati a commutazione digitale ,nel dettaglio si utilizzano ben tre TDA 1029 comandati da flip flop bistabili basati su integrati logici CD4016 a cui fanno poi capo i pulsanti di preselezione sul frontale.

Saba 9241 tonband - moltisuoni

Le cause dell’interruzione sono perlopiù imputabili a sorgenti (utilizzate magari nel passato) con forti componenti di tensione continua , cosa generalmente non gradita  da questi IC che tendono a defungere per distruzione interna dei loro Fet ad alta impedenza.

Saba Digital 9241 - TDA1029 - moltisuoni

Qui visto il ridicolo costo conviene sostituirli in trittico per garantirsi la certezza di non dover rimetterci mano….Se fate una revisione “coi” fiocchi è tappa di rigore. Tenete anche presente la variante del “malcontatto” dovuto agli zoccoli onnipresenti su ogni integrato a bordo del Saba 9241…Buona cosa è pensare alla loro sostituzione in toto, se notate incertezze di contatto (Facilmente intuibili “picchiettando” con una penna sul relativo IC ad apparecchio acceso) . Procedendo oltre , il -vizietto- della radio a non suonare più se commutata dopo il passaggio ad altri ingressi (aux, phono -tape 1/2)  risiedeva anche qui nel cattivo funzionamento del primo IC (IS2161) che non commutava più in posizione prioritaria in assenza di stati logici dai flip-flop nei suoi piedini 11-12-13. Considerate infine che il gruppo FM/AM ,viene chiamato in servizio dai pulsanti delle sorgenti anche agendo sull’alimentatore tramite la scheda “impulsplatte” e , quando non in uso ,un relè dedicato spegne sia il tuner ,sia al gruppo scaler che visualizza la frequenza sintonizzata dall’oscillatore locale. Controllate pertanto che tale scheda  abbia tutti i transistor/diodi/capacità in ordine…Diversamente avrete malfunzionamenti dovuti anche a questa problematica.

saba 9241 impulse platter - moltisuoni

Altra tappa : Controllare lo stadio finale coi suoi schiocchi e fruscii vari. In prima battuta avevo colpevolizzato le saldature presenti sulle torrette che cablano di fatto la “scheda transistor finali” alla scheda driver….

Saba Digital 9241 - pin amp - moltisuoni

Qualcosa in effetti era dovuto al loro malcelato contatto elettrico…tuttavia il fruscio rimaneva! Controllata la schedina pilota (Denominata “treiber”) e appurato il suo corretto funzionamento ci si indirizza verso la scheda dei finali assicurata al dissipatore,sulla quale spicca all’occhio una resistenza bruciacchiata.

Saba Digital 9241 - verstarker - moltisuoni

Una volta scollegata , controllando uno ad uno i transistor che equipaggiano tale scheda, scopro ben presto che i due driver BD 417 e 418 sono arrivati prossimi alla fine del loro ciclo vitale, ed occorre sostituirli . Ad oggi non sono più in produzione, tuttavia è possibile ancora trovarli come fondo di magazzino (A prezzi di gioielleria : 12-16 € al pezzo! ) presso qualche rivenditore on-line ben fornito . Se giustamente non volete accendere un finanziamento per questa revisione 🙂 si può ,in seconda battuta, optare più saggiamente per dei loro equivalenti BD 139-BD140 i quali si rintracciano praticamente ovunque , con prezzi ragionevoli (circa 1,50€ la coppia). Non per ultimo, infine le loro caratteristiche elettriche (80V – 2A – beta 30>300) identiche agli originali li rendono perfettamente  compatibili con la circuitazione senza bisogno di modifica alcuna.

saba 9241 finali - moltisuoni

Qui l’unica attenzione che si deve prestare è quella di adeguare la piedinatura dei nuovi transistor al layout del circuito stampato secondo lo schemino qua sotto riportato,in quanto la base dei BD 139-140 risulta esterna a destra e non al centro come negli originali.

Saba Digital 9241 - transistor cross reference - moltisuoni

Per motivo di comodità ,in quanto “accoppiati” meccanicamente insieme per rilevare la deriva termica, conviene la sostituzione anche del BD417  che regola la corrente di riposo con un altrettanto BD139, più che altro ,per rendersi la vita facile.

Qua sotto a sinistra il “prima” e a destra il “dopo” cura.

Saba Digital 9241 - moltisuoniSaba Digital 9241 - verstarker - moltisuoni

I finali sono due coppie di classici BD 245 – 246 …La sostituzione in caso di misure elettriche incerte si affronta senza particolari problemi…Anzi quelli di nuova concezione generalmente semplificano il lavoro di isolamento sul dissipatore avendo il foro per la vite di fissaggio flottante rispetto al loro corpo metallico

Anche stavolta : A sinistra il “prima ” e , a destra , il “dopo” la cura

DSCN2389

Saba Digital 9241 - BD 140 - moltisuoni

In caso di sostituzione degli elementi finali è doverosa la ritaratura della corrente di riposo (trimmer presente sulla scheda “finali”) e del valore di “offset” (trimmer presente sulla schedina “treiber” di pilotaggio) seguendo i dettami del “service manual” ed aiutandosi con i comodi “test point” presenti sulla scheda dei finali di potenza.

Per ciliegina sulla torta il malfunzionamento del frequenzimetro visualizzatore della frequenza radio su cui si è sintonizzati.

saba

La prima impressione è quella di qualche saldatura o componente interno con un contatto incerto , perchè il suo malfunzionamento è sporadico, senza una precisa casistica ; Il solo darci un colpetto  con la mano sopra la schermatura  fa sparire l’anomalia. Va smontato.Un operazione particolarmente noiosa e di tatto,specie per quanto riguarda il pettine che collega l’unità al display led sul frontale dell’apparecchio !

Saba Digital 9241 - moltisuoni

Man mano che lo si svincola dalla scheda madre, la sua costruzione fa viaggiare la mente …. E’ un misto tra un tuner tv di 40 anni fa e la tecnologia dei primi personal computer di 30 anni fa (Commodore Vic 20 , C64 , Spectrum…et similia)

Saba Digital 9241 - counter - moltisuoni

Colpiscono infatti i due integrati in contenitore TO3 per la stabilizzazione della tensione ( uno dedicato allo scaler/counter e uno al modulo display)

Saba Digital 9241 - LM 340 - moltisuoni

La macro-costruzione a componenti discreti e la poca integrazione per svolgere una funzione per la quale oggi è richisto un solo integrato, denota ancora l’acerbo mondo dell’elettronica digitale .Tolti gli schermi vi sono al suo interno , ben due schede :

Saba Digital 9241 - counter digital - moltisuoni

Una è il contatore scaler costruito intorno a cinque IC  .Il suo compito è quello di convertire la frequenza dell’oscillatore locale Am/Fm in una sequenza logica atta a pilotare la  seconda scheda presente all’interno dello scatolotto , ovvero il  “driver”  display, di fatto costruito facendo uso dell’integrato multiplexer AY8100 ….Prego notate l’oscillatore quarzato esterno (!!) nonché tutti i filtri passa basso LC a monte del display a led , per evitare che il clock di sistema venisse captato dalle sezioni radio del sintonizzatore.

Saba Digital 9241 - display driver - moltisuoni

saba9241 counter - moltisuoni

Il mio sentore di malcontatto è stato confermato…Le due schede “comunicano” tra di loro mediante torrette di ottone maschio-femmina…che il tempo aveva normalmente ossidato. Conviene  ,oltre che disossidarle adeguatamente, assicurare il contatto elettrico con un piccolo punto di saldatura

Saba Digital 9241 - counter - moltisuoni

Il contributo a rendere le cose ancor più delicate , lo ritroviamo invece sulla scheda “scaler”:   Una coppia di jumper metallici che giovano alla inaffidabilità nel tempo della continuità elettrica.

Saba Digital 9241 - counter jumper - moltisuoni

Anche qui prevedete senza indugi la sostituzione con due cavallotti stagnati…dubito che sentirete la necessità in futuro di doverci intervenire, pertanto conviene optare per soluzioni “solide”

DSCN2410

Non serve dirlo… Già che ci si mette mano ,vanno sostituite tutte le capacità elettrolitiche al suo interno!!!

 

Modifiche e migliorie

 

La “miglioria” più importante (A mio avviso) da attuare, risiede nella sostituzione di tutte le capacità interessate dal segnale audio…Non per altro vista la mediocre qualità degli elettrolitici utilizzati . Questo upgrade ridona giustizia al famoso timbro delle elettroniche “Made in Germany”, mettendo nuovamente in primo piano la spazialità e la brillantezza della gamma medio-alta…Tra l’altro, oltre al beneficio di cui sopra, avere l’apparecchio smontato giustifica ulteriormente la pena di questa fatica….Visto i valori non particolarmente critici, ( 1 – 2,2 -4,7 uF) si può pensare all’upgrade utilizzando ottimi componenti al poliestere. Nella foto sotto ,la “sacchettata” di componenti sostituiti  dal sottoscritto su questo Saba 9241…Considerate che i 3/4 sono capacità sul segnale audio destro-sinistro!

Saba Digital 9241 - moltisuoni

Per quanto riguarda l’alimentazione dei finali (duale +/-  42Volt) sottolineo la finezza circuitale di questo sintoampli Saba che prevede ben due distinte unità raddrizzatore-filtro per canale, con tutto vantaggio della separazione stereo  e l’attenuazione delle interazioni deboli . Una chicca progettuale generalmente destinata ad elettroniche di caratura ben superiore !

saba 9241 alimentatore finali - moltisuoni

I valori  nella cella filtro di serie , sono da 3300uF/50V…Un loro rimpiazzo con dei nuovi elementi da 4700uF 50V amplierà sicuramente il margine dinamico dell’apparecchio,a tutto vantaggio dei diffusori. Per la cronaca…. I condensatori marca ERO, adibiti al filtraggio, presenti su questo esemplare erano ancora in ottima salute elettrica non ostante quasi 40 anni di vita !

Saba Digital 9241 - moltisuoni

Il resto della componentistica è di buon grado…Le migliorie in tema possono essere soggettive . Per quello che mi riguarda potrei solo suggerire la sostituzione del potenziometro volume con qualcosa di un po’ più serio…Questa considerazione nasce dal fatto che nel primo quarto di corsa , vi è un leggero squilibrio tra i canali destro-sinistro…cosa peraltro “giostrabile” col selettore di guadagno (denominato “Pegel”) posto sul frontale dell’apparecchio.Non saprei dire se è un male comune a molti 9241 oppure una “particolare” defezione dell’esemplare tra le mie mani. Ma ad eccezzion di questo ,tutto il resto è allineato con le aspettative dell’apparecchio e in questa ottica non vedo tanto altro da dover migliorare. Se proprio si vuole cercare il pelo nell’uovo, un filtro di rete sul primario del trasformatore sarebbe  un buon investimento ,soprattutto a tutela dell’abbondante circuitazione digitale presente nel 9241 , proteggendolo da eventuali spurie presenti sulla linea .

Un tipico esempio già bello e pronto qua sotto: filtro rete moltisuoni

E con questo si conclude! Ma ,come al solito, se avete domande o curiosità in merito potete contattarmi liberamente,sarà mia premura cercare di risponde il prima possibile

 

Un caro saluto e buon inizio di primavera!

 

Andrea “Moltisuoni”

 

NOTA BENE:

I TESTI e LE FOTO PRESENTI SUL SITO SONO PROPRIETA’ INTELLETTUALE RISERVATA … Ogni utilizzo a sproposito sarà perseguibile secondo legislatura vigente.

 

 

Link per saperne di più sull’argomento:

 

http://it.wikipedia.org/wiki/SABA

http://www.saba.pytalhost.com/9241t/

http://www.mackern.de/index.php/2008/06/03/saba-9241-receiver/

http://saba.magnetofon.de/board.php?boardid=48

 

 

Manuale di servizio:

 

http://elektrotanya.com/saba_9240_9240s_9241.pdf/download.html

 

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RCF UP 121

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RCF dal tardo degli anni ’40 fino ad oggi non ha mai smesso di “sfornare” apparecchiature interessanti in quel di Reggio Emilia : L’ Rcf UP 121 ne è un estratto di tal filosofia.

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Quello che andrete a leggere recensisce un finale destinato ad un uso professionale (Discoteche o sale comizi prevalentemente) prodotto nel 1979. La costruzione è senza risparmi, abbondantemente sovradimensionata  per garantire anni di servizio senza intoppi.

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Caratteristiche tecniche Amplificatore RCF UP 121

 

Alimentazione : 110 – 220 volt AC oppure 24 Volt DC

Consumo massima : RETE 400 Watt circa – BATTERIE : 10 A su 24 volt

Potenza erogata Nominale : 120 W (rete) – 70 W (batteria)

Potenza erogata Musicale : 180 Watt (rete) – 130 W (batteria)

Risposta in frequenza : 50 – 17000Hz (Hi-Fi) —- 600 – 8000 Hz (PA)

Impedenze accettate : 4-8-16 Ohm + linea 50 / 100 Volt

Ingresso: DIN (5 poli) Sbilanciato con controllo sensibilità

Uscita : DIN (5 poli) Sbilanciata

Peso : 15 Kg

rcf up 121 - moltisuoni 11

Costruzione e caratteristiche salienti:

 

L’RCF UP 121 è interamente a transistor , dividendosi essenzialmente in due blocchi ben distinti : Alimentatore e Amplificatore BF

L’unità è dotata di un generoso trasformatore di alimentazione

rcf up 121 - moltisuoni 33

Munita di un altrettanto generoso trasformatore di uscita

rcf up 121 - moltisuoni111

Questo per avere una doppia alimentazione rete / batterie, e posta la condizione di dover operare su diverse impedenze,la scelta più coerente è quella di adottare una circuitazione che impieghi un trasformatore come elemento elevatore di potenza .Più avanti, si vedrà come questa soluzione permetta di aggirare alcune difficoltà in maniera semplice e affidabile.

rcf up 121 - moltisuoni222

L’alimentatore è formato da 3 diodi di stampo automobilistico (sono gli stessi impiegati nei raddrizzatori da alternatore)  seguiti da 3 condensatori da 4700uF. Il terzo diodo si trova in serie alla presa batteria 24 Volt e il suo catodo  va a connettersi a monte della batteria di condensatori ( La funzione è di protezione nella inversione di polarità ). A vuoto la tensione nominale quando collegato alla rete è di circa 34 volt.

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La sezione BF ,è costruita intorno ad un amplificatore in simmetria quasi complementare. La sezione finale annovera 4 finali 2N3055 (due in parallelo per semionda) idonei a ben pilotare  il primario del trasformatore d’uscita.

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Il rapporto di quest’ultimo è circa 1:4 : La sua presenza rende superflua una circuitazione di protezione , grazie al fatto che di suo blocca eventuali tensioni continue in caso di avaria nei finali. I driver dei quattro 2N3055 fanno cardine su due BD810 da 10 ampere!

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Un  approfondimento: L’utilizzo di un trasformatore di uscita permette in primo luogo di avere a disposizione una potenza nominale identica su qualsiasi impedenza di carico (cosa gradita),in secondo luogo consente lo sviluppo di potenze ragguardevoli partendo da una tensione di alimentazione contenuta. Nel passato era l’unica alternativa per avere potenze nominali elevate da una tensione contenuta. Non era un caso osservare questa tipologia di circuito nella realizzazione di amplificatori da automobile.

Equalizzatore booster Audiola - Moltisuoni

In queste 3 foto un esempio : Le prime due ritraggono una coppia di “booster” amplificatori da 40 watt rms. La terza immagine riporta lo schema elettrico (tratto dallo schemario C.E.L.I. ) di un finale Roadstar da 45+45 watt nominali

Equalizzatore booster arrow - moltisuoni

Schema amplificatore roadstar - moltisuoni

Lla crescita tecnologica e  l’utilizzo di survoltori  soppianterà questa tecnologia ,non tanto per validità ,quanto per riduzione di pesi e costi (un trasformatore di uscita,se ben fatto e con banda passante degna di tal nome è sempre costoso)….

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Sulla scheda principale un filtro bassabanda ottimizza la destinazione d’uso

 


 

 Manutenzione e “Upgrade” nel mio esemplare :

 

Il mio “recupero”  provenie da una sala da ballo in disuso, torchiato senza pietà per molti decenni : Necessità quindi di qualche attenzione. Si parte dallo stadio alimentatore : I vecchi condensatori  “SEM” come tutte le capacità made in italy dell’epoca tendono a diventare veri e propri cortocircuiti con l’inutilizzo. Procedere alla loro sostituzione è conveniente nell’ottica di avere un finale affidabile.

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La sostituzione con elementi nuovi  da 6800uF aumenterà leggermente il margine dinamico senza affaticare i diodi.

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Meccanicamente bisognerà ingegnarsi per poter adattare i nuovi componenti sul supporto originale. Ricordo che tutta la superficie è attraversata da tensione POSITIVA che andrà debitamente isolata dallo chassis del finale!

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Risolta la prima problematica è il tempo di dedicarsi allo stadio finale: Spiccano subito all’occhio due transistor “martirizzati” da un uso poco riguardevole.

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Si intuisce che il mio UP121 era alla frutta ,ma fortunatamente il danno si è limitato solo ai finali di potenza ,risparmiando driver e quant’altro. Prima di smontare il finale fisicamente dallo chassis, è utile prendersi nota delle connessioni elettriche presenti sulla scheda!!

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Per procedere alla sostituzione è necessario procurarsi 4 transistor 2N3055 con caratteristiche elettriche quanto più possibile similari

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Si può anche prevedere di montare sul dissipatore gli zoccoli per TO3 ,che all’atto pratico permettono la rapida sostituzione dei finali in caso di avaria…

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E’ una spesa in più,ma si lavora con più agio nel futuro…

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Sempre nel tema del lavoro “upgradato”,una buona ricablatura con cavo di sezione più ragguardevole è assai consigliato (2,5mmq sui collettori – 1,5mmq sugli emettitori – 0,5 sulle basi)

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Anche se non del tutto necessario,  consiglio di sostituire i due diodi 1N4002 presenti sul dissipatore nella veste di rilevatore termico per la corrente di riposo.

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Visto il loro costo insignificante e  gli stress termici a cui sono sottoposti è conveniente metterli nuovi . Sui transistor finali e sulle rispettive miche , va interposto il grasso al silicone che aiuta il trasferimento termico!

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Una piccola quantità al centro del transistor ,garantisce un corretto accoppiamento termico al dissipatore. Quando serrati , il grasso traborderà a garanzia di una completa copertura delle superfici.

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Terminato il montaggio verificate l’isolamento rispetto al dissipatore a priori di dare alimentazione e tarate la corrente di riposo -a mezzo dell’unico trimmer- presente sulla scheda per una corrente di 65/70mA!

 


Due considerazioni su quanto visto …

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Nel suo arco ha sicuramente più di un paio di frecce interessanti: Grazie al trasformatore di uscita (che scende oltre l’estremo dei 50hz dichiarati da rcf) lo scenario acustico ha un timbro gradevole ,ricordando abbastanza da vicino le buone realizzazioni hi-fi domestiche. La qualità di costruzione lo destina ad essere affidabile per molti anni senza gran manutenzione e la potenza c’è ed è pure tanta (Al clipping ben 134 watt nominali quando alimentato a rete domestica). Considerato infine la comodità di poter essere alimentato al -volo- con due accumulatori da auto ha un senso di esistere quando volete disporre di una coppia di finali ruspanti per sonorizzare piccole feste ed eventi all’aperto.

Un caro saluto e buone festività a tutti!

 

Andrea “Moltisuoni”

 


 

NOTA BENE:

I TESTI e LE FOTO PRESENTI SUL SITO SONO PROPRIETA’ INTELLETTUALE RISERVATA … Ogni utilizzo a sproposito sarà perseguibile secondo legislatura vigente.

 


 

Link per saperne di più sull’argomento:

 

http://it.wikipedia.org/wiki/RCF_(azienda)

http://www.radiomuseum.org/r/rcf_ela_up_121.html

http://www.radiomuseum.org/r/rcf_pa_amplifier_up_121_n.html

 


 

Disclaimer: Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge N°62 del 07/03/2001. Alcune immagini sono tratte da internet, ma se il loro uso violasse diritti d’autore, lo si comunichi all’autore del blog che provvederà alla loro pronta rimozione. L’autore dichiara di non essere responsabile dei commenti lasciati nei post. Eventuali commenti dei lettori, lesivi dell’immagine o dell’onorabilità di persone terze, il cui contenuto fosse ritenuto non idoneo alla pubblicazione verranno rimossi.

 

I primi Diecimila….

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Moltisuoni ha raggiunto ,dopo un anno e quattro mesi di vita,i suoi primi 10.000 visitatori…Pertanto mi viene naturale ringraziare tutti quanti coloro sono passati di qua…E’ una bella soddisfazione personale , sicuramente inaspettata , che mi incentiverà a fare ancora meglio nel futuro!

GRAZIE!

Andrea “Moltisuoni”

 

 

Info sulla foto…..

 

http://en.wikipedia.org/wiki/TI-30

http://www.datamath.org/XRAY.htm#Texas%20Instruments%20TI-30

http://www.vintagecalculators.com/html/texas_instruments_ti-30.html

Saba Lindau

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Finalmente un po’ di “aradio” !!!! A dire il vero non avevo in mente di parlare di questa Saba Lindau. Ma essendo un restauro che sto portando avanti con indicibile pigrizia , ho deciso di descriverlo!

Hermann Schwer SABA - moltisuoni

Il significato del nome  SABA , è l’acronimo di : Schwarzwälder-Apparate-Bau-Anstalt  … In italiano lo si traduce come : >>Forniture per apparati radio della Foresta Nera<< … Il signor Ermanno (qua sopra) ne fu il fondatore mentre il logo dell’alberello fatto a nota musicale è stato il logo aziendale .

 


Costruzione e osservazioni :

 

La mia Saba Lindau è stata presa in un mercatino dell’usato diverso tempo fa . La circuitazione è valvolare sebbene vi sia un “indizio” di semiconduttori e impiega circuiti stampati anzichè il classico cablaggio in aria tipico di questi apparecchi : I tempi stavano cambiando!

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Sono 4 le gamme d’onda selezionabili a tastiera (OL – OC – OM più FM) : Quindi al giorno d’oggi è ancora fruibilissima !

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Un ingresso per fonografo e un uscita pre-amplificata per un  registratore assieme alla possibilità di collegare un altoparlante sono le dotazione di questa Saba Lindau.

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Cinque le valvole in totale ( ECC 85 – ECH81 – EBF 89 – ECL 86 e l’occhio magico -EM84-)  abbinate ad un altoparlante largabanda “green cone” da 18 cm che regala un timbro possentemente corposo e gradevole !

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in virtù della sensibilità propria dei “green cone” , i circa 2,5 watt resi dalla ECL86 hanno una resa acustica davvero notevole in termini pressione sonora . Di seguito lo schema elettrico diviso in due sezioni distinte.

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Problemi e rimedi:

 

Il mio esemplare non se la passava bene : Il suo funzionamento era al limite ,con ricezione povera e audio altrettanto scarso. Inoltre qualcuno nel passato aveva avuto noie con l’interruttore d’accensione e l’indice della scala parlante. Di seguito quindi alcune indicazioni sui rimedi da intraprendere:

 

Interruttore d’accensione:

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Senza pensarci due volte , l’ex proprietario aveva fatto un bel foro da 12mm  per mettere un interruttore a levetta su un lato del mobile.

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L’interruttore di accensione originale risulta essere esterno alla tastiera ed è comandato tramite un cavetto di nylon .

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Photo courtesy : http://personal.inet.fi/koti/reel/project.html

Sopra è possibile osservare la cordicella che trasmette il comando della tastiera all’interruttore posto a sinistra dello chassis , mentre nella foto sotto vedete dove quest’ultimo era ubicato.

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Con un “pelo” di ingegno mi sono  premurato di mettere in atto un qualcosa di migliore .

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Un interruttore bipolare classico da Hi-Fi completo dei due condensatori snubber è il salto di qualità atteso .

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Una staffetta costruita su misura permette il fissaggio allo chassis del nuovo interruttore.

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L’ottone ben si presta ad essere modellato in base alle necessità!

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Questa soluzione è di gran lunga migliore dell’originale e permette di mantenere l’utilizzo della tastiera per accendere la radio .

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Se decidete di costruirne una simile optate per materiali rigidi , ma tutto sommato teneri da lavorare meccanicamente!

 


Scala parlante:

Uno dei due indici aveva subìto delle barbarie : Ed era stato meramente sostituito da un pezzo di fil di ferro verniciato rosso qui immortalato . Gli originali della Saba Lindau hanno invece una forma triangolare.

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Per ricreare qualcosa di simile il rame in questa occasione è stato determinante : Permette di ricreare figure geometriche ed essendo saldabile garantisce una certa rigidità meccanica a lavoro ultimato.

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Una volta sagomato e vincolato alla cordina andrà verniciato di nero (o meglio di grigio scuro) . L’indice deve essere a forma di ” V ” quindi si piega il rame un pò per volta prendendo come riferimento l’altro indicatore . Dovrà avere colore verde e una guaina termoretraibile può essere la scelta azzeccata per ricoprire il tutto.

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Quando completato  ,a mezzo di una radio nota (o ancor meglio di un generatore RF) gli si deve dare la giusta “collocazione”  rispetto alla scala parlante : Quando “tarato” , un punto di colla lo fisserà definitivamente alla cordina per non fargli perdere la posizione .

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Per quanto riguarda la scala parlante : Nel tempo i caratteri si infragiliscono : Se spolverarla con aria compressa o pennellino è sufficiente a pulirla dalla sporcizia non andate oltre! Se è necessaria una pulizia più radicale usate solo acqua fredda . Risciaquate e asciugate subito con un phon  scegliendo una temperatura media. Non usate mai un panno per levare l’eccesso di acqua in quanto i caratteri rischiano di essere rimossi dalla azione abrasiva frammista alla loro fragilità!

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Nel rimontarla bisogna prestare cura a rimettere come di origine i tamponi di gomma

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Questi permettono di non avere contatto diretto con le clips che trattengono la scala al telaio. Si deve sempre porre attenzione a non serrare troppo le suddette pena la scheggiatura del vetro!

 


 

Stadio finale :

Per sanare la scarsa potenza in uscita si controllano relativamente un paio di componenti tra cui i condensatori elettrolitici presenti sul segnale.

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La griglia della ECL86 viene alimentata da una resistenza a impasto che ,se interrotta, può essere la causa di un’audio povero (1,2K – 2 W a filo) .

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Si trova nel trasformatore di uscita e  tende a “cuocersi” con gli anni  : Nel cambio, prevedete di montarne una con  3w di dissipazione

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Può spesso capitare che l’ECL86 sia prossima alla fine del suo ciclo vitale. E’ un tubo delicato per via della sua particolare costruzione interna ed è meno longevo alla sua corrispettiva ECL82.

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Se avete attuato quanto fin’ora descritto e vi ritrovate ancora col problema ,  dubitate di qualche resistenza a carbone negli stadi AF : Potrebbe essersi interrotta o aver falsato il suo valore a causa , per esempio , dell’umidità negli anni.

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I fruscii e le incertezze sulla tastiera si superano con la classica de-ossidata fatta bene

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In linea di pricipio la sezione radio rimane allineata  e i tubi dovrebbero conservare (Complici i punti di lavoro ben ragionati) ancora una buona efficienza pur a distanza di 50 anni …. Allo stato delle cose non dovreste incontrare noie particolari

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Alcuni test-point della scheda sintonizzatrice possono essere comodamente rilevati tramite la “presa diagnostica”

 


L’alimentatore:

 

PRESTATE SEMPRE LA MASSIMA ATTENZIONE : LE TENSIONI SONO NELL’ORDINE DEI 300 – 350V  quindi NON PERMETTETE  MAI A PERSONE o ANIMALI DI AVVICINARSI quando in FUNZIONE!!

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Il doppio condensatore di filtro sull’alimentazione,essendo di qualità, potrebbe essere in decenti condizioni funzionali ancor oggi . Valutate quindi con un capacimetro il dafarsi!

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Nello chassis della  Lindau vi sono due fori per ospitare altrettanti condensatori a vitone : Siccome oggi sono di reperibilità ridotta , si può ovviare utilizzando due normali condensatori HT standard 385v/100uF.

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Per il piano di massa è possibile ricorrere ad una piccola schedina in vetronite ramata , da collegarsi direttamente al terminale negativo del ponte .

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Raccomando di dotare l’apparecchio della “terra” : Dopo 50 anni gli isolamenti del trasformatore potrebbero non essere poi così rigorosi e “beccarsi” uno spiffero di 230v è una probabilità tutt’altro che remota!

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La presa di terra favorisce spesso la qualità di ricezione aumentando la differenza di potenziale  tra antenna e massa! Il nuovo cavo di alimentazione dovrà avere una sezione minima di 3x 0,50 mmq … Controllate sempre tutti i cavi interessati alla tensione di rete : Se vedete roba secca o “incarugnita” dal tempo non indugiate alla sostituzione!

 


Il mobilio :

 

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In origine è laccato scuro lucido in stile piano black   : Nel mio caso, è devastato da colpi,buchi e innumerevoli sbeccature , quindi la cosa più logica è procedere ad una nuova impiallacciatura previo gli “stucchini” di rito!

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una volta posati i nuovi piallacci vanno carteggiati e impregnati

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L’essenza potrà essere identica per rispettare l’originalità del progetto oppure una di vostro gusto per adattarsi meglio all’ambiente famigliare in cui troverà posto!

 

Modifiche e migliorie

 

1) Illuminazione verde della scala parlante : In origine la serigrafia della Saba Lindau è di un verde acqua che mitiga la tonalità giallina delle lampadine. Usando due filtri verdi (Provenienza ex contakm Fiat) si accentua il contrasto rendendo ancora più intelleggibili i caratteri sullo sfondo nero….

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Mediante una strisciolina di ottone si salda ad un reoforo del portalampada e così facendo , complice il suo limitato peso,il filtro colorato rimane in sede sfruttando un attacco dei due presenti.

2) Deviatore su presa punto e linea per altoparlante esterno : La saba lindau prevede la possibilità di un altoparlante esterno:

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L’inserzione di quest’ultimo non esclude quello incorporato in origine. Sostituendo la presa con una analoga dotata di deviatore interno avremo la possibilità di escludere l’altoparlante principale in favore di quello esterno.

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Vi sono sul mercato prese punto e linea che annoverano due posizioni : Se la spina viene inserita col -punto- a sinistra mantiene collegato altoparlante interno + esterno . Se la spina viene girata e inserita col -punto- a destra , si esclude l’altoparlante interno in beneficio solo di quello esterno!

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Sul finire la consueta panoramica della componentistica sostituita

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Conclusioni :

 

La Lindau 19 è un apparecchio bello ancora oggi , da utilizzarsi quotidianamente in cucina o in sala per farsi compagnia mentre si fa dell’altro grazie alla sua capacità di una precisa sintonia e soprattuto al suo timbro caldo e ricco di bassi . Volendo gli ingressi oltretutto danno spazio ad una sorgente moderna quale un telefono o un ipod . Pertanto almeno stavolta l’obsolescenza programmata c’è la dimentichiamo rimanendo ammaliati dalla bellissima scala parlante!

 

Un caro saluto e alla prossima! …. Andrea “Moltisuoni”

 


 

NOTA BENE:

 

I TESTI e LE FOTO PRESENTI SUL SITO SONO PROPRIETA’ INTELLETTUALE RISERVATA … Ogni utilizzo a sproposito sarà perseguibile secondo legislatura vigente.

 


 

Link per saperne di più sull’argomento:

 

http://personal.inet.fi/koti/reel/index.html

 

http://www.radiomuseum.org/r/saba_lindau_e.html

 

elektrotanya.com/saba_lindau.zip/download.html

 

http://www.teenagewasteland.de/technik/rad_saba_lindau_LI18.html

 

http://www.rmrl.de/radios/60/66_67/saba/lindau_18/li_18_e.htm

 

 


 

Disclaimer: Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge N°62 del 07/03/2001. Alcune immagini sono tratte da internet, ma se il loro uso violasse diritti d’autore, lo si comunichi all’autore del blog che provvederà alla loro pronta rimozione. L’autore dichiara di non essere responsabile dei commenti lasciati nei post. Eventuali commenti dei lettori, lesivi dell’immagine o dell’onorabilità di persone terze, il cui contenuto fosse ritenuto non idoneo alla pubblicazione verranno rimossi.

Hirtel 2020

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Il piccolo Hirtel 2020 ha fatto conoscere l’azienda di Torino al grande pubblico, sfoderando prestazioni e timbro da apparecchio di rango. Pur non essendo un nome altisonante come Galactron ,Cabre o Steg,  più di una volta si è ritagliato uno spazio sulle varie riviste di settore, guadagnando lusinghiere recensioni!

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Del resto le prerogative circuitali  lo ponevano una spanna abbondante sopra i suoi concorrenti nazionali dell’epoca.

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Per essere un “entry level” , è a tutto tondo un prodotto ad alta fedeltà ,con una notevole versatilità , unita ad una costruzione di buon livello….

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Hirtel 2020A …. Costruito per il piacere del sentire!

 

Se si ha la fortuna di “scoperchiare” un Hirtel 2020 , si rimane a guardarlo con piacevole stupore. Perchè nella sua semplicità era annidato il buonsenso di una sana progettazione!

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Frutto della passione del suo progettista ( il Sig. Lo Martire) , ha un’ottima ingegnerizzazione volta alla qualità :  La costruzione è a schede indipendenti modulari, tutte cablate  rigorosamente a mano

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Lo stadio finale è saldamente vincolato allo chassis in lamiera . Prego notare i finali in contenitore TO3 . Il trasformatore è ben dimensionato in rapporto all’esigua potenza erogata.

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Il cablaggio è abbondante ,ma ordinato : Il pannello frontale annovera ,come in altre realizzazioni di pregio del made in italy, un profilato di alluminio lavorato unito ad un controtelaietto a cui è saldamente avvitato mediante piccoli grani filettati M3.

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Questo mio esemplare proviene dal web ( Subito.it ), ed è funzionante benchè con alcuni fruscii ed incertezze dovuti ai molti anni di fermo!

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Qualche noia l’ho incontrata anche nei selettori a levetta : Non sono di qualità eccelsa , ed è stato necessario smontarli dalla scheda per essere accuratamente disossidati.

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Eccezion fatta di questa parentesi ,ho sostituito per una questione di tranquillità , le capacità elettrolitiche sul segnale per aver la certezza di non dover rimetterci le mani una seconda volta…

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Gli unici che hanno accusato la fatica  degli anni erano i due elettrolitici di filtro (2500uF per ramo) della italiana Farad , i quali lasciavano passare una certa quantità di ronzio , udibile per altro in altoparlante a volume zero!

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Pur avendo potenze in gioco non particolarmente elevate (20 Watt nominali) ho rivisto sia il raddrizzatore ,quanto gli elettrolitici di filtro (10.000uF che sono fin oltre quanto serve).

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La sostituzione dei 4 diodi 1N4002 con un ponte da 5A sarà garanzia di buone performances soprattutto se si utilizzano 4 diffusori contemporaneamente

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Rintracciare condensatori orizzontali,di una certa capacità, oggi è sempre più difficile,dunque  bisognerà approntare una piccola modifica (reversibile) sulla scheda originale.

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Si può anche pensare di trasferire l’alimentatore della sezione preamplificatore ,su tale scheda,essendo predisposta ( pi-greco capacitivo con a monte un diodo) ; Cosi facendo si allontana la tensione alternata del secondario dalle schede di segnale.

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Altra grana da affrontare riguarda gli rca di ingresso :

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Essendo saldati direttamente alla scheda phono ,rimangono assai fragili nelle operazioni di manovra , infatti erano quasi tutti dissaldati con le piste del circuito stampato sollevate . Tempo indietro qualcuno aveva già dovuto intervenire nel tentativo di “metterci una pezza” se guardate bene!

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Per risolvere il problema brillantemente ,non c’è altra soluzione se non quella di creare una schedina in vetronite che fa da tramite con la scheda phono originale,sovrapponendosi a quest’ultima

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Questa soluzione  approfitta di una maggiore solidità dovuta a scelte meccaniche differenti…

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Il difetto degli RCA fragili  affligge solo le prime serie degli Hirtel “Point Three” : Per quanto ne sò , gli esemplari costruiti verso la fine degli anni ’70 adottavano un diverso sistema, superando questa pecca di gioventù. Le masse di segnale comunque vanno pedissequamente rispettate per non incappare in ronzii e rumori di sottofondo!

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Particolare attenzione va posta anche nella dissaldatura  e successiva risaldatura del flat cable ,che porta il segnale di ingresso al commutatore sorgenti.

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Come tutti i circuiti stampati flessibili con qualche anno di vita , va manovrato il meno possibile e saldato a temperature non troppo elevate….il non prestare questa attenzione porta inesorabilmente all’interruzione del medesimo!

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Se si ha voglia,  è possibile “rivedere” alcuni altri piccoli particolari : Il layout cavi sull’interruttore di accensione e alcuni punti del cablaggio, come il connettore din per il registratore.  La componentistica  passiva è allineata alla qualità del prodotto,tuttavia nessuno vieta di fare un passaggio a qualcosa di maggior pregio !

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Sconsiglio tuttavia la sostituzione dei finali, perchè a detta del costruttore sono frutto di precise scelte in base alla resa acustica finale (andate a leggervi sul “museo virtuale” la motivazione 🙂 )

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Sul piano estetico i pannelli laterali si possono  sostituire in base al gusto personale (o in accordo all’arredamento dove andrà inserito l’Hirtel 2020A) . I miei attuali  sono rifatti in noce massello , leggermente più spessi per beneficiare di una maggiore solidità dell’insieme.

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l’Hirtel 2020A non appoggia su piedini, ma divide il suo peso con la superficie dei fianchetti lignei….utile è comunque dotarli di 4 piedini autoadesivi in silicone .

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Il coperchio superiore è trattenuto unicamente dalla fresatura che compare nei fianchi : E’ d’obbligo ricrearla nei nuovi pannelli con una profondità di 3mm.

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Se fatta bene trattiene stabilmente il pannello superiore senza dover fare altro…

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Tenete comunque sempre da parte i suoi originali , in caso di vendita contribuiranno a spuntare una buona valutazione !!!!

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E’ caldeggiato sostituire il cavo di alimentazione con uno  provvisto di conduttore di terra

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La piazzola “ad hoc” dove collegare il terminale di terra è in corrispondenza delle prese outlet ( presente in origine per collegare a massa lo schermo degli avvolgimenti nel trasformatore).

 


 

Come suona e come va l’Hirtel 2020A ?

 

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C’è poco da dire: E’ un apparecchio di classe nella sua economia!  I controlli di tono sono corretti nel loro intervento attenuando o enfatizzando il segnale nei canonici 10dB . La possibilità di variare il loudness, unito al controllo ambientale permette precise regolazioni in base al programma musicale e non per ultimo ai propri gusti acustici!

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Lo stadio finale possiede una polarizzazione ritardata nei transistor di potenza, quindi all’accensione non si ode alcun “bump” sugli altoparlanti.

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Gli ingressi hanno una sensibilità allineata alle sorgenti odierne .  La dotazione di ingressi è buona ,(tuner , phono mm, aux + tape loop)

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Ricca è la dotazione di uscite nel 2020A . Tra cui spicca la caratteristica di poter collegare due coppie di casse e la possibilità di separare  pre e finale!

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I 20 watt sono sufficienti per il bisogno quotidiano e garantiscono il pilotaggio di quasi tutti i diffusori conservando un buon margine dinamico anche a volumi sostenuti.

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Se vi volete fare un’idea  di questa -vulcanica- azienda Torinese , visitate il “museo virtuale Hirtel” (di cui link a fondo articolo) e dedicategli 10 minuti , ne vale assolutamente la pena per capire chi e cosa eravamo!

 

Un caro saluto!

 

Andrea “moltisuoni

 


 

NOTA BENE:

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Link per saperne di più sull’argomento:

 

http://www.hirtel.it

http://www.radiomuseum.org/dsp_hersteller_detail.cfm?company_id=9566

http://www.guanciarossa.it/ieri/index.php?option=com_content&view=article&catid=44%3Ahi-fi-italia&id=168%3Ahi-fi-italia-hirtel&Itemid=89

 

 


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